Economia e Lavoro

  Taglio del cuneo fiscale, c’è la proposta ma anche lo scontro politico

Negli ultimi giorni si è tornati a parlare della possibilità di abbassare il cuneo fiscale riducendo così la differenza tra l’onere del costo del lavoro sostenuto dall’impresa e la retribuzione netta percepita dal lavoratore. Il segretario del Pd Enrico Letta ha spiegato che una simile decisione “è la strada giusta” e sarebbe interesse di tutti. Sul tema è arrivata una proposta di Confindustria. Il presidente Carlo Bonomi ha parlato di un “taglio serio e forte” concentrato sulle fasce a basso reddito, ovvero “quelle sotto i 35.000 euro”. Nel concreto, spiega Il Corriere della Sera, gli industriali prevedono di impegnare 16 miliardi di euro di risorse pubbliche per ridurre di due terzi l’aliquota a carico dei lavoratori e di un terzo quella a carico dei datori di lavoro. Nel 2022 lo stanziamento si fermerebbe in realtà a 14,5 miliardi di euro perché è già stato introdotto un mini sgravio contributivo da 1,5 miliardi per i redditi fino a 35mila euro. Secondo il presidente Carlo Bonomi, così facendo si darebbero più soldi agli italiani e l’intervento sul cuneo fiscale è l’unico modo per lavorare a questo obiettivo. “La strada non è quella della detassazione degli aumenti dei salari. Con l’aumento dei costi delle materie prima nelle aziende non c’è più spazio per gli aumenti salariali”, ha detto. Bonomi ha anche sottolineato che la proposta di Confindustria porta nelle tasche degli italiani “1.223 euro, una mensilità aggiuntiva per tutti e per tutta l’attività lavorativa”. La cifra esatta, però, varierebbe in base al reddito. In base alle simulazioni di Confindustria, con 20mila euro di retribuzione annua lorda il cuneo contributivo si ridurrebbe complessivamente di 1.048 euro: 699 di risparmi per il lavoratore (di cui 160 già scontati per quest’anno con la mini-decontribuzione) e 349 per il datore di lavoro. Per chi invece guadagna 30mila euro lordi l’anno, riferisce Il Corriere, “il cuneo contributivo si ridurrebbe complessivamente di 1.573 euro. Il risparmio per il dipendente sarebbe di 1.048 euro (di cui 240 euro già scontati per quest’anno con la mini-decontribuzione)”. Secondo quanto si apprende, il taglio che viene ipotizzato, se esteso a tutti i lavoratori dipendenti, farebbe scendere il cuneo al 42,9%, avvicinandolo a quello medio nell’eurozona (41,7%). Se realizzato sui redditi fino a 35mila euro, riferisce Ansa, farebbe scendere il cuneo a 40,8%, sotto la media eurozona. Con i soldi in più ottenuti grazie a questa modifica, si sostiene, si potrebbe compensare almeno in parte l’aumento delle bollette e il peso dell’inflazione. Due fattori che pesano sul potere d’acquisto dei salari, che l’Istat stima in calo di quasi cinque punti nel 2022. Secondo il ministro del Lavoro Andrea Orlando (in foto), “se c’è una caduta verticale del potere d’acquisto, c’è anche una caduta verticale della domanda interna e il rischio di una rottura di carattere sociale”.  Il ministro non vede però da parte di Confindustria la volontà di arrivare a una soluzione. “Vedo evocare un patto ma non appena si entra nel merito che questo patto prescinda dall’utilizzo delle risorse della fiscalità generale, il ragionamento sul patto si interrompe”. Anche la sottosegretaria all’Economia Maria Cecilia Guerra (in foto) ha ridimensionato le parole di Bonomi dicendo che la proposta di Confindustria “per ora è solo quella di ricorrere a risorse pubbliche”.

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