Esteri

Taiwan al centro dei pensieri di Usa e Cina. Pechino a Washington: “Non usate il conflitto per minacciarci”

Il capo del Pentagono Lloyd Austin ha telefonato per la prima volta dall’insediamento dell’amministrazione Biden al ministro della Difesa cinese Wei Fenghe. I due hanno avuto la conversazione, su richiesta di Washington, dopo uno stallo di mesi: una impasse di comunicazione vista dall’amministrazione Usa con crescente preoccupazione, a causa dell’alleanza tra Pechino e Mosca sullo sfondo della guerra in Ucraina. La conversazione è avvenuta dopo mesi di falliti tentativi da parte di Austin per parlare col generale Xu Qiliang, l’ufficiale più alto in grado nella struttura del partito comunista e come vicepresidente della commissione centrale militare del partito, più influente del generale Wei. Ma Pechino ha insistito per il rispetto del protocollo e quindi per un contatto tra pari grado. Nella sua telefonata al ministro della difesa cinese Wei Fenghe, durata 45 minuti, il capo del Pentagono ha sostanzialmente rilanciato il messaggio di Joe Biden nella video chiamata a Xi Jinping del 18 marzo, in cui il presidente americano aveva minacciato severe conseguenze se Pechino dovesse fornire assistenza militare o economica a Mosca nel conflitto in Ucraina. Austin ha inoltre ricordato l’importanza di gestire la competizione strategica Usa-Cina, anche nei campi nucleare, spaziale e cyber, migliorando i canali di comunicazione nelle crisi. Il ministro della difesa Usa, infine, ha ribadito le preoccupazioni di Washington per le provocazioni militari di Pechino contro Taiwan e per le attività nel mare cinese del sud e dell’est. Di contro la Cina ha sollecitato gli Stati Uniti a “non usare la questione ucraina per diffamare, incastrare o minacciare la Cina”, si legge nel resoconto del ministero cinese. Cina e Stati Uniti dovrebbero “attuare coscienziosamente il consenso raggiunto dai due capi di Stato”, Xi Jinping e Joe Biden, nel loro ultimo summit virtuale, “rispettandosi, convivendo pacificamente ed evitando il confronto”, ha detto Wei Fenghe. La Cina, si legge nel resoconto del ministero cinese, “spera di stabilire relazioni sane e stabili con gli Stati Uniti e difenderà anche i propri interessi e la dignità nazionali”, e Washington non dovrebbe sottovalutare “la determinazione e la capacità della Cina”. I due eserciti “dovrebbero rafforzare la fiducia reciproca militare, consolidare il dialogo e gli scambi, gestire e controllare i rischi e le crisi, e svolgere una cooperazione pratica per garantire lo sviluppo normale e stabile delle relazioni tra militari”. Sulla questione di Taiwan il ministro Wei Fenghe ha ribadito che l’isola è parte della Cina e Pechino chiede agli Usa di gestire la vicenda in modo appropriato per evitare “impatti destabilizzanti” sulle relazioni bilaterali. “Taiwan è parte inalienabile della Cina: è un fatto che nessuno può cambiare”, ha detto Wei Fenghe. “Se la questione di Taiwan non sarà gestita adeguatamente, avrà un impatto destabilizzante sulle relazioni tra i due Paesi”, ha aggiunto Wei, secondo una nota di Pechino, assicurando che “l’esercito cinese salvaguarderà in modo risoluto sovranità, sicurezza e integrità territoriali”.

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