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“Tesori da svelare”, la Galleria Borghese apre i propri depositi al pubblico

di Sara Valerio

Un museo nel museo, riservato a specialisti e studiosi, si cela al terzo piano della Galleria Borghese di Roma. Dal 23 febbraio al 5 maggio questi spazi, organizzati come una vera e propria quadreria unica al mondo, torneranno accessibili a tutti. “Tesori da svelare”è l’iniziativa proposta dal Museo, che consente al grande pubblico di ammirare 260 dipinti inediti, ordinati per scuole di pittura e per aree tematiche, capolavori del Rinascimento e non solo.

Siamo felici di essere un museo senza segreti” dichiara Francesca Cappelletti, direttrice della Galleria, “per far conoscere queste opere, non incluse nel percorso della visita, abbiamo già dato vita all’iniziativa “I quadri scendono le scale”, in cui alcuni dipinti di dimensioni minori lasciavano i depositi per essere collocati in un allestimento temporaneo nella Sala della pittura bolognese. Ma questa iniziativa non è nulla in confronto alla possibilità di visitare il luogo fisico, solitamente ritenuto inaccessibile, che li ospita”.

In questa “seconda pinacoteca”, si possono ammirare delle vere e proprie rarità, come una copia di un dipinto di Sebastiano del piombo, una Maddalena di Correggioe Le Tre età dell’uomo, copia da Tiziano eseguita dal Sassoferrato: uniche testimonianze giunte fino a noi di capolavori scomparsi e dunque reperti di enorme valore per lo studio dei maestri che li realizzarono.

Continuando nel corridoio esterno sono esposte le grandi tele di ambito raffaellesco, tra le quali la splendida Madonna con Bambino di Scipione Pulzone, la Madonna con Bambino di Perin del Vagae la copia della celebre Madonna di Casa d’Alba della National Gallery di Washington.

Le pareti del salone centrale, dedicate al Cinquecento e al Seicento, svelano la Venere dormiente di Girolamo Pennacchi e alcune tele dei Carracci.Nel vano centrale si può osservare la Deposizione di Cristo nel sepolcro di Passignano, mentre al piano superiore si trova il Cristo flagellato di Giovanni Baglione, il biografo del Caravaggio.

La storia di queste opere è inoltre strettamente collegata alla nascita e all’evoluzione della Galleria stessa. I dipinti qui conservati, infatti, sono quelli che vennero esclusi dalle sale espositive sottostanti in seguito all’intervento di rinnovamento promosso, nel tardo Settecento, da Marcantonio IV Borghese. Un’operazione che incise nell’assetto originariamente previsto dal cardinale Scipione Borghese, figura cui si deve la fondazione della Villa e la costituzione della collezione nei primi del Seicento.

Accedere a questi ambienti consente quindi non solo di apprezzare la pinacoteca nascosta, ma anche di addentrarsi in un’area dell’edificio rimasta a lungo sconosciuta oltre una ristretta cerchia di specialisti.

Le collocazioni museali italiane, spesso in palazzi di antica edificazione e vincolati, i cui spazi sono stati riadattati, non consentono quasi mai la fruizione della maggior parte delle opere, ormai pressoché stabilmente divise in tre categorie: i capolavori permanenti, quelle che possono ruotare nell’esposizione (o che possono essere concesse in prestito a musei minori del territorio) e quelle stabilmente confinate nei depositi. In queste condizioni è ovvio che esporre tutto il patrimonio è impossibile.

Negli ultimi anni, la Galleria Borghese, quindi, ha intrapreso questa nuova iniziativa per riaprire ciclicamente i suoi spazi nascosti, rendendo visibili opere d’arte che non erano mai state esposte oppure confinate da decenni. Una decisione che è stata accolta con grande entusiasmo sia dagli esperti d’arte che dai visitatori, una grande opportunità di ammirare straordinari quadri solitamente definiti “minori” e non facilmente accessibili.

I depositi sono aperti dal martedì al venerdì, solo su prenotazione, per un numero limitato di persone, con una visita guidata da uno storico dell’arte della durata di 45 minuti.

Per saperne di più: https://galleriaborghese.beniculturali.it/il-museo/i-depositi/

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