di Giuliano Longo
The Donald ha promesso di contrastare l’immigrazione clandestina e di deportare milioni di immigrati, quindi il fondatore ed ex CEO di Blackwater (la più grande compagnia di mercenari al mondo (superiore anche alla Wagner russa), Erik Prince, ha proposto di supportare le deportazioni con una rete di “campi di elaborazione” (di identificazione e trattenimento), una flotta privata di 100 aerei e un “piccolo esercito” di cittadini (ovviamente armati fino ai denti) autorizzati ad effettuare arresti.
Sino a ieri Trump aveva firmato una ventina di ordini esecutivi per inasprire la gestione e deportazione degli immigrati illegali, aumentando esponenzialmente arresti e deportazioni, senza risparmiare scuole, ospedali e luoghi di culto, mai violati dagli agenti dell’Immigrazione (United States Immigration and Customs Enforcement – ICE)..
A febbraio sono stati deportati 11.000 migranti contro i 12.000 nello stesso mese del 2024. Secondo i pretoriani del Presidente ciò sarebbr dovuto ad una maggior presenza di immigrati al confine nel 2024, più facilmente individuabili – e deportabili di quelli già presenti nel Paese.
Tuttavia gli arresti e le deportazioni hanno deluso l’ICE che imputa, tra le cause del flop, la difficoltà a reperire personale e spazi per rinchiudere gli immigrati illegali, gli elevati costi per l’ampliamento del lager militare di Guantánamo a Cuba, l’impiego di pochi aerei militari, ma soprattutto lo scontro tra esecutivo e magistratura.
Il piano di Trump prevede di utilizzare la base navale di Guantánamo Bay per detenere 30.000 immigrati illegali, ma costa un botto, infatti è stato necessario l’invio di altri 1.000 militari americani per l’approntamento delle aree dedicate che mancavano di aria condizionata, acqua corrente ed altri standard previsti.
Di conseguenza è stata adottata “una versione ridotta del piano di Trump”, optando per altre basi negli Stati Uniti come Fort Bliss, nel Texas poco distante dal confine col Messico, mentre il primo di marzo il Wall Street Journal segnalava la sospensione dell’impiego di aerei militari per le deportazioni di immigrati illegali dagli Stati Uniti.
Ad oggi l’amministrazione Trump ha condotto una trentina di voli di rimpatrio verso Cuba, Guatemala, Ecuador, Perù, Honduras, Panamá e, anche, India. Tre voli verso l’India, per esempio, sono costati 3 milioni di dollari ciascuno., quelli a Guantánamo sono costati circa 20.000 dollari ad immigrato.
Il che suona a noi italiani abbastanza famigliare per il nostro campo di accoglienza il Albania, con la differenza che non sono gli aerei ad andare e venire, ma navi con max 40 clandestini. Per Trump c’è poi la complicazione della chiusura dello spazio aereo messicano agli aerei militari, allungandone di diverse ore il tragitto verso l’America centrale e meridionale.
Il progetto dell’amico Erik Prince stima un costo economico di 25 miliardi di dollari ma troverebbe ostacoli legali, anche se il piano consentirebbe a Trump di superare gli ostacoli alla realizzazione delle sue deportazioni.
L’espulsione di 12 milioni di persone in due anni, scrive Prince , “costringerebbe il Governo ad espellere circa 500.000 immigrati clandestini al mese”. Quindi, “per tenere il passo con le deportazioni sarebbe necessario un aumento del 600% dell’attività. Ma è improbabile che il Governo possa rafforzare i suoi ranghi per mantenere il ritmo con tale richiesta… per procedere con questo enorme numero di deportazioni, il Governo dovrebbe ricorrere ad assistenza esterna”.
La 2USV è il nome della nuova entità in cui si sono riuniti i contractor che hanno elaborato e presentato all’amministrazione Trump. Costituita nel 1996 per addestrare militari, agenti delle Forze dell’Ordine e di altre agenzie governative la madre di 2USV, Blackwater, è diventata famosa per i suoi lucrosi contratti in Iraq e Afghanistan durante gli anni della Guerra al Terrore.
Nel 2007, a Baghdad, i suoi uomini hanno aperto il fuoco sui civili iracheni, uccidendone 17. Diversi contractor sono stati accusati di omicidio colposo e quattro condannati nel 2014. Tuttavia, il presidente Trump li ha graziati nel dicembre 2020, alla fine del suo primo mandato.
Oltre a quello Prince, nel documento programmatico sottoposto allo staff presidenziale compaiono i nomi di numerosi altri esponenti del mondo dei contractor che già hanno collaborato con il Dipartimento della Difesa e il Governo degli Stati uniti e vengono ancora impiegati per operazioni di intelligence e sabotaggio, probabilmente anche in Ucraina. .
Nel 2017, mentre dirigeva Frontier Services Group, di proprietà del colosso statale cinese CITIC Group, Prince aveva illustrato al Financial Times un piano per risolvere la crisi migratoria in Libia: una “partnership pubblico-privata” tra Unione Europea e professionisti della sicurezza privata per la gestione delle frontiere meridionali del Paese. Con la creazione di unità di Polizia di frontiera composte da personale locale, addestrato e guidato da circa 250 contractor occidentali.
Una soluzione per l’Europa, ritenuta da Prince, la più umana e professionalerispetto al pagamento di quelle milizie che si sono macchiate di crimini e violazioni dei diritti umani. Il tutto ad una frazione del prezzo pagato da Bruxelles per intercettare i barconi nel Mediterraneo.
Poi sempre per far risparmiare i soldi pubblici, nel 2018 Erik Prince, insieme a Steve Bannon, ex consigliere di Trump partecipò alla costruzione di una parte del muro lungo il confine col Messico. Ma quando l’opera faraonica trovo ostacoli finanziari dal Congresso i due compagnoni parteciparono al lancio della campagna di crowdfunding da 25 milioni di dollari chiamata “We Build the Wall”.
Ultima novità, per sistemi antintrusione perimetrali ed altre soluzioni tecnologicamente avanzate sono intercorsi colloqui tra cui Magal Security Systems, contractor israeliano che ha costruito la recinzione lungo il confine con la Striscia di Gaza.
Erik Prince è sempre stato un grande sostenitore del Partito Repubblicano., nel 2016 finanziò la campagna elettorale di Trump con 250.000 e con altri 100.000 a Make America Number 1, il comitato di spesa indipendente che ne supportava la candidatura.
Nell’aprile 2017 Prince, come inviato informale di Trump, avrebbe incontrato alle Seychelles Kirill Dmitriev, amministratore delegato del Russian Direct Investment Fund, vicino a Putin per una casuale “bevuta di birra”, ma che avrebbe dovuto definire l’istituzione una linea riservata tra Trump e Putin.
Con la fine della prima amministrazione Trump, Prince è stato allontanato dal Pentagono e dalla CIA per le indagini a suo carico e le sue proposte di impigare contractors ovunque, contro i ribelli houthi, sino alla protezione di giacimenti minerari in tutto il mondo, come d’altronde fa la Wagner in Africa. .
Tuttavia, almeno per il momento i contatti di Prince con la Casa Bianca restano limitati, senza aver ancora ottenuto un incontro formale per discutere dei suoi progetti, ma sembrerebbe che la Casa Bianca abbia tratto spunto dal piano Price per l’utilizzo di basi militari di immigrati nei campi Cecot di Tecoluca.
Ma non c’è d di che scandalizzarsi visto che ormai le milizie mercenarie americane russe e altre vengono già ampiamente utilizzate in tutto il mondo. Ad esempio un report dello scorso anno del Forward Observations Group rilevava i contractors già operano già anche in Ucraina, don una compagnia paramilitare privata statunitense i cui combattenti risultano coinvolti nell’offensiva delle Forze armate ucraine contro la regione di Kursk dello scorso agosto.
I suoi rappresentanti a non avrebbero voluto rilasciare dichiarazioni a causa del divieto imposto dal Servizio di sicurezza dell’Ucraina (Sbu), ma il ministero degli Esteri russo dichiarò che la partecipazione della compagnia paramilitare privata statunitense al fianco delle Forze armate ucraine dimostra va il coinvolgimento degli Stati Uniti e che i loro mercenari erano da considerarsi, di conseguenza, un obiettivo militare legittimo.
A conferma che i mandanti dell’attacco militare ucraino sul territorio russo siano rintracciabili più in Europa che alla Casa Bianca allora con Joe Biden presidente, è arrivata la dichiarazione l’allora portavoce della Commissione europea per gli affari esteri Peter Stano disse che “l’offensiva ucraina nella regione russa di Kursk è solo il risultato e la conseguenza delle azioni illegali di Putin contro l’Ucraina che sta combattendo contro una guerra brutale di aggressione e ha diritto di difendersi”. Ogni mezzo è quindi buono, anche le milizie a pagamento.