Esteri

Trump pronto a ricandidarsi. L’annuncio ai suoi sostenitori: “Tenetevi pronti”. Ma l’ex Presidente è assediato da inchieste e controlli fiscali

  

“Molto presto. Tenetevi pronti. Per rendere il nostro Paese sicuro, glorioso e di successo, io molto, molto, molto probabilmente lo farò di nuovo”. È così, dopo le voci che da giorni si rincorrono, che Donald Trump ha parlato della sua possibile candidatura per le elezioni presidenziali del 2024. Non ancora un annuncio ufficiale, ma qualche frase che lascia intendere come la ricandidatura dell’ex presidente Usa sia un’ipotesi sempre più concreta. Le parole di Trump sono arrivate durante un comizio in Iowa le elezioni di Midterm, con la campagna entrata ormai nel vivo. Ma al netto degli annunci e delle promesse di Trump, l’azione della giustizia e quelle investigative nei suoi confronti vanno avanti: i dirigenti del Dipartimento di Giustizia statunitensi hanno discusso se una ricandidatura di Donald Trump alla Casa Bianca, che sembra sempre più vicina, non crei la necessità di uno «special counsel», un procuratore speciale per sovrintendere alle due inchieste federali legate all’ex presidente, quella sull’assalto al Capitolo e quella sui documenti classificati sequestrati nella sua residenza di Mar-a-Lago. Lo riporta la Cnn, citando fonti a conoscenza del dossier. Procuratori speciali sono stati nominati per il Russiagate e per il caso Lewinsky. Incriminare un candidato presidenziale scatenerebbe una bufera politica. Per questo al Dipartimento di Giustizia si è dibattuto se la nomina di un procuratore speciale possa evitare allo stesso Dipartimento accuse che l’amministrazione Biden stia colpendo un suo rivale politico. Nemmeno gli «special counsel», tuttavia, sono rimasti immuni dagli attacchi politici, come si è visto con Robert Mueller nel Russiagate e con John Durham nella contro-inchiesta sul Russiagate. Nelle settimane precedenti al Midterm, il Ministero della Giustizia ha osservato il tradizionale periodo di silenzio senza fare mosse pubbliche che potessero avere conseguenze politiche. Ma dietro le quinte gli investigatori hanno continuato ad indagare, anche con l’arrivo di procuratori esperti, per essere pronti a qualsiasi decisione dopo il voto, compresa la potenziale incriminazione di un ex presidente: una mossa senza precedenti, che però potrebbe essere complicata dall’annuncio della candidatura del tycoon. La difficile decisione spetta all'”attorney» generale Merrick Garland, che peraltro dovrà pronunciarsi anche sull’indagine nei confronti di Hunter Biden, il figlio del presidente. Trump si deve guardarsi anche da altre inchieste, da quella in Georgia sulle sue pressioni per ribaltare il voto a quelle della procura di New York sulle presunti frodi fiscali e bancarie della sua holding.

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