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Tutto su Bruno Munari, la mostra che celebra il genio poliedrico dell’artista

di Sara Valerio

 

 

 

Dal 16 marzo al 30 giugno 2024, la Fondazione Magnani-Rocca, a Mamiano di Traversetolo vicino a Parma, apre le porte per ospitare la più grande mostra italiana dedicata a una delle figure più iconiche del design e della comunicazione visiva del XX secolo: Bruno Munari.

La mostra, intitolata “Bruno Munari – Tutto“, rappresenta un tributo al suo genio creativo e all’impronta indelebile che ha lasciato non solo nel campo del design, ma anche dell’arte, della grafica e della pedagogia. Attraverso un’esposizione di 250 opere i visitatori avranno l’opportunità di immergersi nel suo universo fantasioso e di esplorare settant’anni di lavoro dello straordinario artista di fama internazionale. L’ambiente suggestivo della Villa dei Capolavori, sede della Fondazione, fornisce lo sfondo perfetto per esplorare le opere affiancate ai capolavori di artisti come Tiziano, Dürer, Van Dyck, Goya e molti altri.

La mostra non segue una tradizionale suddivisione per tipologie o per cronologia, ma piuttosto si concentra sulle attitudini e i concetti che hanno guidato il processo creativo. Questo approccio permette di evidenziare le connessioni e le relazioni progettuali tra le diverse opere esposte, mettendo in luce la versatilità e l’originalità del suo pensiero. Tra gli oggetti esposti: icone del design munariano, grafiche accattivanti e studi innovativi di pedagogia. Ogni pezzo racconta una storia, riflettendo l’approccio creativo, giocoso e di sperimentazione tipico del suo creatore.

Marco Meneguzzo, curatore e rinomato studioso di Munari, sottolinea l’attualità e la rilevanza del lavoro dell’artista nella società contemporanea, che con il suo metodo innovativo e la sua capacità di adattamento, continua a ispirare designer e educatori in tutto il mondo.

Bruno Munari, nato il 24 ottobre 1907 a Milano e scomparso nel 1998 ha attraversato molte discipline artistiche durante la sua lunga e prolifica carriera. Dall’espressionismo futurista alle installazioni ambientali, dalla pittura alla progettazione di oggetti d’arredamento, sempre esplorando nuove vie creative, spesso anticipando le tendenze del suo tempo.

Da giovane si unì al movimento futurista, dove espose i suoi primi dipinti e iniziò a sperimentare concetti come il movimento e la velocità. Tuttavia, se ne distaccò presto, sviluppando uno stile proprio caratterizzato da leggerezza ed umorismo. Tra le sue prime opere spiccano le “macchine inutili” del 1933, oggetti stravaganti e astratti che sfidavano la logica e invitavano a riflettere sull’arte e sulla funzionalità.

Negli anni successivi, fu tra i fondatori del Movimento Arte Concreta (MAC), che univa le arti visive alla tecnologia e all’industria. Fu pioniere nell’uso della luce polarizzata e nelle installazioni ambientali, anticipando concetti chiave dell’arte cinetica e programmata. La sua ricerca sulla luce e sul colore lo portò a creare opere che coinvolgevano attivamente lo spettatore, sfidando le convenzioni dell’arte tradizionale.

Oltre alla sua attività artistica, Munari lasciò un’impronta significativa nel campo del design industriale. Collaborando con marchi come Bruno Danese, creò oggetti iconici come la lampada Falkland e il posacenere Cubo. La sua visione del design era innovativa e inclusiva, mirando a rendere l’arte accessibile a tutti attraverso oggetti di uso quotidiano.

Una delle sue caratteristiche distintive fu l’impegno nell’educare alla creatività. Attraverso libri per l’infanzia, come “Il libro illeggibile”, e laboratori interattivi per bambini, cercò di stimolare l’immaginazione e la scoperta autonoma. Per Munari, la creatività era una capacità fondamentale che andava coltivata fin dalla più tenera età, e che avrebbe arricchito non solo la vita individuale, ma anche la società nel suo insieme.

La sua eredità continua a vivere attraverso le numerose mostre e retrospettive che celebrano il suo lavoro in tutto il mondo. Le sue opere sono esposte nei musei più prestigiosi e le sue idee continuano a influenzare designer, artisti e educatori di ogni generazione.

In un’epoca in cui l’innovazione e la creatività sono sempre più importanti, il suo esempio rimane una fonte di ispirazione senza tempo. La sua dedizione alla sperimentazione, alla ricerca e alla libertà espressiva ci ricorda che il design non è solo una professione, ma una forma di esplorazione continua e di scoperta.

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