La guerra di Putin

Ucraina, servono armi standard dagli USA e produzioni strategiche più avanzate

 

di Giuliano Longo   

Sin dall’invasione dell’Ucraina il governo ucraino ha lottato per procurarsi armi sempre più efficaci e moderne, ma nonostante gli audaci annunci dell’Occidente le  spedizioni sono state spesso ritardate. Succede così che oltre a tutto l’arsenale ex sovietico fornito dai paesi dell’Est (e a quanto pare in via di esaurimento) spuntino razzi nordcoreani di provenienza misteriosa o agli obici italiani dismessi che furono la “prima scelta” ucraina.

Biden nel frattempo ha inviato in Ucraina proiettili obici da 155 mm carichi dimunizioni a grappolo, dimostrazione  dell’incapacità occidentale di fornire un numero sufficiente di versioni meno controverse ed efficaci di queste munizioni.

Secondo uno studio statunitense, attualmente l’Ucraina consuma circa 90.000 colpi al mese, ma Kiev  stima il fabbisogno  mensile a 250.000, quadruplicando la capacità di produzione americana ed europea prebellica, operazione che richiederebbe ingenti investimenti.

Se l’Ucraina ha  bisogno di queste munizioni in tempi brevi, è improbabile che la nuova politica di acquisizione e regolamentazione dell’Unione Europea riesca a raggiungere questo obiettivo, in particolare i Paesi dell’Est Europa (Polonia in primis)  potranno fare ben poco per soddisfare Kiev.

Secondo i commentatori della prestigiosa rivista americana “War on the rock” (molto vicina al Pentagono) gli europei  e in misura minore gli americani, riconoscono l’importanza strategica di armi tecnologicamente avanzate e in grande quantità, ma hanno a che fare con l’organizzazione industriale della loro produzione. Tanto più che nei magazzini le scorte si vanno assottigliando.

La guerra offrirebbe quindi ai sostenitori dell’Ucraina l’opportunità di riesaminare la loro politica di acquisti per la Difesa, come nei progetti del ministro italiano Crosettoche si scontra con le reali disponibilità del bilancio statale. Ma la lezione sbagliata da trarre da questa situazione sarebbe che tutti dovrebbero produrre tutto ,e scaricare denaro nelle industrie che dovrebbero almeno  duplicare la loro produzione.

I proiettili di artiglieria, i droni economici e persino i missili lanciati a spalla sono semplici da realizzare, generalmente intercambiabili e dal costo relativamente basso. Le specifiche delle munizioni sono standardizzate; qualsiasi proiettile da 155 mm è ampiamente compatibile con molti diversi cannoni di artiglieria. Sebbene alcuni droni siano sofisticati, la stragrande maggioranza utilizzata da entrambe le parti è sacrificabile e può essere acquistata in quantità dai fornitori commerciali.

Guardando ai numeri gli Stati Uniti hanno fornito all’Ucraina sino ad ora oltre 2 milioni di proiettili ordinari da 155  e 7.000  a guida di precisione, ma l’Ucraina ( un tempo esportatrice di armi nel mondo) ha ormai una fame smodata di Shells per realizzare almeno qualche risultato tangibile nella sua controffensiva estiva.

Sicuramente il fabbisogno di Kiev alimenta e ingolosisce gli apparati industrial/militari non solo dell’Occidente, ma per le aziende i margini di profitto sono ridotti e i produttori competono sui prezzi attraverso la velocità, le dimensioni e la riduzione dei costi, mentre il ciclo produttivo è caratterizzato da alti e bassi.

Investire nella produzione di armi base non crea posti di lavoro di alta qualità, né fornisce una base per lo sviluppo dell’alta tecnologia. L’azienda di difesa BAE, ad esempio, ha annunciato con orgoglio che il suo contratto da 280 milioni di sterline con il Regno Unito per proiettili da 155 mm che darà lavoro ad altre 200 persone, pari a 1,8 milioni di dollari per posto di lavoro.

Sebbene gli Stati Uniti e l’Europa siano impegnati ad aumentare la propria fornitura di munizioni, differiscono tuttavia drasticamente sulla strategia di acquisizione. L’amministratore delegato della fabbrica   di munizioni Nammo prevede “un percorso più lungo in Europa” perché gli Stati Uniti sono “meno protezionisti” e hanno “una visione più a lungo termine del mercato”, come succede anche per il mercato delle materie prime.

Nel complesso, il Dipartimento della Difesa USA concentra i suoi appalti su beni con un enorme potere di mercato, e quindi di influenza politica globale, ma non è necessariamente così fondamentale  per l’Ucraina.  La spesa del Fondo UE per la pace (sic) stanzia ad esempio 7 miliardi di euro per l’acquisto di proiettili di artiglieria e finanzia la maggiore capacità produttiva per queste munizioni.

 

Ma l’’Europa conta solo 15 produttori in grado di realizzare un prodotto sostanzialmente identico, per non parlare dei numerosi produttori esterni alla UE, su un mercato che dovrebbe far fronte urgentemente alla domanda con un  prodotto economico e affidabile.

 

Da rilevare che gli Stati Uniti hanno stanziato ad esempio un miliardo di dollari per risarcire gli ex paesi del Patto di Varsavia che hanno rifornito l’Ucraina con armi addirittura risalenti alla Unione Sovietica.  Soldi, non armi, quelle bisogna comprarle.

 

D’altro canto, i cinque appaltatori principali europei sono in gran parte impegnati nella costruzione e della manutenzione di 29 diversi tipi di fregate e cacciatorpediniere, poiché. la UE  vuole essere competitiva nella produzione di piattaforme di armi di fascia alta piuttosto che di beni militari quali tank o munizioni.

 

Quindi, secondo gli esperti della pubblicazione War on The Rock,  se l’obiettivo dell’Europa è  sviluppare un’industria della difesa solida ed efficiente, si sta concentrando sul prodotto sbagliato, o meglio su prodotti che non hanno un mercato immenso come quello ucraino.

 

Se questa è indirettamente l’opinione del Pentagono è evidente che gli americani chiedono all’Europa (come in altri settori) di svolgere un ruolo sussidiario lasciando la torta delle armi più sofisticate a Washington.

 

Il che rimanda a un futuro imperscrutabile l’illusione di Macron (che non ne parla nemmeno più) di un esercito tutto europeo. Insomma occorre una sana e globale diviso del lavoro dove, ovviamente il primato spetta (come da sempre) allo zio Sam.

aggiornamento la Guerra di Putin ore 14.34

Related posts

Dagli Stati Uniti ulteriore pacchetto di aiuti (150 mln di dollari) all’Ucraina

Redazione Ore 12

L’esercito ucraino si riprende la città di Kharkiv, ma la guerra è in altalena, tra conquiste e riconquiste

Redazione Ore 12

Biden pronto a recarsi a Kiev. Si deciderà nelle prossime ore, ma non c’è alcuna certezza

Redazione Ore 12