La guerra di Putin

Ucraina, una guerra che si va estendendo alla Russia e minaccia anche l’Europa

Mentre Zelensky dichiara legittimi gli attacchi di droni in territorio russo e Mosca li definisce atti terroristici dal Cremlino, è difficile avere un quadro preciso della situazione sul fronte, con notizie  avvolta dalle nebbie della propaganda di entrambe le parti. Da parte russa, anche se non ammesso esplicitamente, si ritiene alcuni di questi attacchi partono proprio dal territorio russo abbiano un effetto psicologico sulla popolazione soprattutto per quanto riguarda Mosca, mentre frequenti sono le esplosioni o il sabotaggio delle linee ferroviari, ben lontani dal confine e dalla stessa Crimea da tempo bersagliata. Di contro il ministero della Difesa russo riferiva  che la sera del 28 luglio era stato attaccato il comando ucraino a Dnipro (Dnepropetrovsk) con “armi di precisione” immediatamente dopo il precedente all’attacco ucraino al posto di comando russo a Taganrog nell’oblast di Rostov in Russia. La foto pubblicata su Telegram dal governatore della regione di Rostov-sul-Don mostra il luogo di un’esplosione a Taganrog pur annunciando l’abbattimento del missile ucraino schiantatosi su un museo. L’arma usata dall’Ucraina per l’attacco era un missile sovietico  di difesa aerea S-200 ri-configurato per obiettivi terrestri. Il giorno prima Zelensky aveva visitato Dnipro per premiare il comandante in capo Valerii Zaluzhny,  incontrando alti ufficiali ucraini tra cui il  generale Oleksandr Syrskyi e il capo dell’intelligence militare, Kyrylo Budanov. Come noto il presidente ucraino è seguito “a vista” e permanentemente dall’intelligence russa, quindi è singolare che abbia fornito allo spionaggio avversario l’occasione di individuare l’ubicazione  del centro di comando a Dnipro. La stampa ucraina ha suggerito che l’obiettivo dell’attacco russo fosse il comando di Dnipro ma ha colpito  un complesso di appartamenti, altri osservatori ritengono il colpo complesso civile sia stato un danno collaterale causato da un missile di difesa aerea ucraino che si è schiantato.

Altri video mostrano invece che i russi hanno colpito davvero  il posto di comando ucraino probabilmente causando numerosi feriti, dimostrato dal’ appello ai donatori di sangue dell’ospedale locale. Mentre i contendenti si scambiano missili fra centri di comando, il conflitto al di fuori dei confini ucraini si va estendendo in russia l’attacco a Taganrog è  il più significativo perché mirava a una  struttura di comando pochi giorni visitata dal ministro russo della guerra Gerasimov  Gerasimov e altri capi militari. Probabilmente gli ucraini avevano preparato l’attacco comando sulla base di informazioni  speciali non attribuibili esclusivamente allo spionaggio elettronico, ma basate anche sulle informazioni di “quinte colonne” che sicuramente operano nel territorio della Federazione, come dimostrano i frequenti arresti di “terroristi” e le numerose esplosioni in strutture logistiche ben lontane dal confine, probabilmente in contatto con lo SBU (servizio segreto di Kiev).

Sul fronte l’offensiva ucraina si sta rivelando costosa per entrambe le parti, ma con l’Ucraina che subisce il maggior numero di perdite. Questa offensiva, pianificata principalmente da specialisti di alto livello statunitensi e britannici, intende sopraffare le difese russe che sino ad oggi resistono sulle munitissime linee di difesa, anche se Zelensky proclama  di poter “liberare” la Crimea entro la fine dell’anno, magari in pieno inverno quando il fronte si paralizza.

Anche se i russi notano che l’Ucraina utilizza truppe meglio addestrate ed esperte operando con un alto livello di professionalità grazie all’addestramento in alcuni Paesi Nato e negli USA,c’è sempre il rischio che possano logorarsi in un conflitto di posizione, costringendo Kiev a rivalutare lo sforzo bellico nonostante siano pronte ad entrare nel tritacarne  anche le sue riserve strategiche di 50mila uomini. Nell’incertezza di questa situazione, da Washington crescono i timori che il conflitto  possa presto estendersi al di fuori dell’Ucraina, con la Polonia in cima alla lista come possibile punto caldo. Sia i polacchi che i russi da tempo non si risparmiano continue provocazioni. Alcuni distaccamenti della Wagner si sono spostati ai confini con la Polonia e altri presidiano  il corridoio di Suwalki  che collega la Bielorussia  con l’enclave russa di Kaliningrad, attraversando territori di Varsavia. In questa situazione di crescente tensione in ambienti militari occidentali ci si chiede se la NATO sia in grado di sostenere un conflitto diretto con Mosca. Mancano truppe, anche se gli Stati Uniti stanno richiamando riservisti per il dispiegamento nell’Europa orientale, mancano anche munizioni sufficienti, manca una difesa aerea che non appare ancora sufficiente in grado di contrastare quella russa. I russi invece sono all’apice di una grande mobilitazione dell’apparato industriale- militare e sarebbero in grado di effettuare una ulteriore mobilitazione poiché il  Cremlino da tempo è convinto di dover combattere una guerra contro tutto “l’Occidente collettivo”. Il conflitto sta quindi lentamente e  inesorabilmente mutando natura e potrebbe anche tracimare oltre i confini attuali, come dimostrano i “volontari” che da tempo combattono in Ucraina e gli specialisti americani e britannici che da tempo dirigono di fatto i gruppi tattici ucraini. Mentre Washington continua a rifornire  di armi i magazzini europei svuotati dalle incessanti richieste di Kiev, nelle dichiarazioni ufficiali di russi ed americani si evita  di parlare di un confronto diretto fra le due potenze militari che potrebbe incendiare il mondo. Eppure, nonostante questi rischi l’Occidente e Mosca  puntano ancora e solo sulla vittoria decisiva e di pace non si parla più….brutto segno.

 

GiElle

 

aggiornamento la Guerra di Putin ore 11.49

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