Sembra ridimensionarsi all’azione di uno sbandato solitario psicolabile, di origine araba ma senza legami con il terrorismo internazionale, la vicenda dell’attentato compiuto a Liverpool. Al Swealmeen era un convertito al cristianesimo che si faceva chiamare Enzo. Intanto sono stati rilasciati senza alcuna accusa i quattro giovani, tra 20 e 29 anni di età, fermati inizialmente come potenziali fiancheggiatori. Russ Jackson, capo dell’antiterrorismo nel Nord-Ovest dell’Inghilterra, ha parlato dell’esplosione di un ordigno “rudimentale” e ha precisato che il movente di chi lo ha confezionato “deve essere ancora compreso”. Non ha tuttavia escluso che l’obiettivo potesse essere una delle commemorazioni del Remembrance Day, ricorrenza nella quale il Regno Unito e i Paesi del Commonwealth ricordano i caduti di guerra, che si stava svolgendo proprio ieri mattina non lontano dal Liverpool Women’s Hospital, cioè il grande ospedale davanti a cui c’è stata l’esplosione, seguita da un incendio della vettura. “Siamo consapevoli del fatto che vi fossero in corso eventi del Remembrance Day a poca distanza, non possiamo al momento trarre conclusioni, ma è una linea d’indagine che stiamo seguendo”, ha detto Jackson. Stando alla ricostruzione emersa sui media, l’unica vittima risulta essere il sospetto attentatore. Mentre il ferito, non in gravi condizioni, è il tassista David Perry, che – accortosi di qualche strana manovra del suo passeggero – avrebbe fermato il veicolo, scendendo e bloccando le portiere per lasciarvi chiuso dentro l’individuo appena prima dell’esplosione. Per questo Perry è stato elogiato come un eroe sia dai tabloid britannici, sia dalla sindaca di Liverpool, Joanne Anderson. Il premier Boris Johnson e la ministra dell’Interno, Priti Patel, intanto, hanno condannato l’episodio definendolo “orribile” e facendo sapere di essere costantemente aggiornati sugli sviluppi investigativi.