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Usa e Regno Unito attaccano basi Houthi dello Yemen

 

Stati Uniti e Gran Bretagna hanno già lanciato 23 attacchi contro obiettivi in quattro province yemenite, lo riferiscono  le autorità locali, mentre il presidente Biden ha confermato gli attacchi militari degli Stati Uniti e dei loro alleati contro gli Houthi nello Yemen, definendoli una risposta alla minaccia di libertà di navigazione.

 

Gli Stati Uniti e il Regno Unito pagheranno un “prezzo elevato”per i loro attacchi aerei, ha dichiarato venerdì scorso Hussein al-Ezzi, vice ministro degli Esteri del movimento.

“Il nostro Paese– ha aggiunto-  è stato sottoposto a un massiccio attacco aggressivo effettuato da navi, sottomarini e aerei da guerra americani e britannici. Indubbiamente, l’America e la Gran Bretagna dovranno prepararsi a pagare un prezzo elevato e sopportare tutte le terribili conseguenze di questa palese aggressione”

 

Minacce vaghe controUSA e Regno Unitoche solo alle 3:20 di oggi venerdì 12 gennaio hanno smesso di effettuare attacchi nello Yemen, ma che  potrebbero venir ripristinarli se le minacce e gli attacchi degli Houthi soprattutto a navi in transito nel Mar Rosso, dovessero continuare.

 

Successivamente un funzionario della difesa statunitense ha smentito la notizia di un attacco di ritorsione terroristica contro l’ambasciata americana in Iraq, mentre nessuna nave da guerra guerra statunitense è stat colpita  in seguito agli attacchi Houti, anche se  alcuni media hanno riferito che questi avrebbero lanciato durante l’attacco missili contro le navi americane.

 

Gli attacchi sono stati effettuati contro obiettivi aHodeidah, porto che si affaccia sul Mar Rosso e controllato dagli sciiti Houti, mentre altri quattro attacchi aerei sono stati effettuati sulla capitale dello Yemen, Sana’à eanche la città di Taiz, nello Yemen centrale, è stata bombardata.

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Il Pentagono ha confermato l’azione affermando che gli obiettivi erano i centri di produzione di droni e i depositi di armi contro le posizioni delle milizie sciite sostenute dall’Iran e sono stati effettuati da aerei, navi e sottomarini, come riporta l’agenzia di stampaReuters.

 

In precedenza, il canale televisivo Al Arabiya ha citato fonti secondo cui gli Stati Uniti e la Gran Bretagna hanno lanciato un’operazione  contro le strutture del movimento Ansar Allah (Houthi) al potere nello Yemen settentrionale.

 

La reazione dell’Occidente era prevedibile dopo i tentativi di attacco con missili e droni sul naviglio in transito sul Mar Rosso verso il Canale di Suez, soprattutto verso quello israeliano o in qualche modo collegato con Israele, in verità senza creare danni significativi, ma determinando una situazione di tensione che ha indotto alcuni armatori a scegliere la lunga rotta della circumnavigazione africana per non subire danni alle proprie flotte.

 

Una evidente azione di dissuasione dell’Occidente, nonostante tutte le cautele sino ad oggi manifestate da Washington soprattutto verso l’Iran che sostiene quelle milizia Yemenite.

Si ricorda che gli   Houthi sono un gruppo ribelle yemenita alleato di Hamas e sostenuto dall’Iran. Da metà novembre hanno lanciato ventisette attacchi a navi che attraversavano il Mar Rosso e il Canale di Suez, una rotta cruciale per i traffici globali, considerato che da qui transita il 12% del commercio mondiale.

 

Il movimento ha costruito la propria ideologia sull’opposizione a Israele e Stati Uniti, diventando parte di una triade, chiamata “asse della resistenza”che vede insieme Hamas, nella Striscia di Gaza, e Hezbollah, in Libano.

 

Nel 2014 una coalizione militare guidata dall’Arabia Saudita era intervenuta nel Paese per restaurare il governo originale, dopo che il movimento Houthi aveva conquistato la capitale Sana’à. Nell’aprile dello scorso anno i negoziati tra gli insorti e l’Arabia Saudita hanno aperto spiragli, con il riconoscimento il loro diritto del diritto a governare il nord del Paese.

 

L’accordo cui hanno contributol’Iran e l’Arabia Saudita con la mediazione di Pechino faceva seguito a una  crisi umanitaria di questo Paese arretrato, nel quale tra marzo 2015 e settembre 2021, ci sono stati circa 10 attacchi aerei al giorno che hanno causato l’uccisione o il ferimento di oltre 18.000 vittime civili, costringendo a lasciare le loro case  più di 4,5 milioni di persone (su una popolazione di 21,6milioni) fra cui 2 milioni di bambini.

 

GiElle

aggiornamento crisi mediorientale ore 13.58

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