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Yemen, colpiti oltre sessanta obiettivi in sedici località

Sono oltre 60 gli “obiettivi” colpiti in 16 località dello Yemen in raid delle forze americane e britanniche. Nel mirino, ha riferito l’aviazione militare degli Stati Uniti, anche centri di comando, depositi di munizioni, sistemi di lancio e radar. Stando alla comunicazione, i siti sarebbero stati utilizzati dai ribelli Houthi, al potere nella capitale Sana’a e in altre zone del Paese, anche per operazioni contro navi in transito nel mar Rosso. “Restiamo impegnati con i nostri partner chiave del Medio Oriente per la difesa dai gruppi armati sostenuti dall’Iran, compresi i militanti Houthi, e dalla minaccia che pongono alla sicurezza e alla stabilità regionale”, ha detto il generale Alex Grynkewich, comandante centrale dell’aviazione americana. Secondo un portavoce del ministero degli Esteri di Teheran, Nasser Kanani, i raid sono “una evidente violazione della sovranità e dell’integrità territoriale dello Yemen” e del diritto internazionale. A seguito dei bombardamenti la rappresentanza permanente della Russia all’Onu ha chiesto una riunione d’urgenza del Consiglio di sicurezza. Poi il Presidente americano Biden: “Questi attacchi – ha detto il capo della Casa Bianca – sono la risposta diretta agli attacchi Houthi senza precedenti contro navi internazionali nel Mar Rosso, compreso l’uso di missili balistici antinave per la prima volta nella storia. Questi attacchi hanno messo in pericolo il personale statunitense, i marinai civili e i nostri partner, il commercio e minacciato la libertà di navigazione. Più di 50 nazioni sono state colpite da 27 attacchi al trasporto marittimo commerciale internazionale. Equipaggi provenienti da più di 20 Paesi sono stati minacciati o presi in ostaggio in atti di pirateria. Più di 2.000 navi sono state costrette a deviare per migliaia di miglia per evitare il Mar Rosso, il che può causare settimane di ritardi nei tempi di spedizione dei prodotti. E il 9 gennaio, gli Houthi hanno lanciato il loro più grande attacco fino ad oggi, prendendo di mira direttamente le navi americane”. “La risposta della comunità internazionale a questi attacchi sconsiderati – ha proseguito il presidente Usa – è stata unita e risoluta. Il mese scorso, gli Stati Uniti hanno lanciato l’operazione Prosperity Guardian, una coalizione di oltre 20 nazioni impegnate a difendere il trasporto marittimo internazionale e a scoraggiare gli attacchi Houthi nel Mar Rosso. Ci siamo inoltre uniti a più di 40 nazioni nel condannare le minacce degli Houthi. La settimana scorsa, insieme a 13 alleati e partner, abbiamo lanciato un avvertimento inequivocabile che i ribelli Houthi avrebbero subito conseguenze se i loro attacchi non fossero cessati. E ieri, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione che chiede agli Houthi di porre fine agli attacchi contro le navi mercantili e commerciali”. “L’azione difensiva di oggi fa seguito a questa vasta campagna diplomatica e ai crescenti attacchi dei ribelli Houthi contro le navi commerciali – ha concluso Biden – Questi attacchi mirati sono un chiaro messaggio che gli Stati Uniti e i nostri partner non tollereranno attacchi al nostro personale né permetteranno ad attori ostili di mettere in pericolo la libertà di navigazione in una delle rotte commerciali più critiche del mondo”. Commenta quanto accaduto anche il Premier britannico Sunak: gli attacchi contro obiettivi Houthi in Yemen sono “necessari e proporzionati”, ha detto anche il primo ministro. “Nonostante i ripetuti avvertimenti della comunità internazionale, gli Houthi hanno continuato a compiere attacchi nel Mar Rosso”, ha spiegato Sunak. “Abbiamo quindi intrapreso azioni limitate, necessarie e proporzionate di autodifesa, insieme agli Stati Uniti, per diminuire le capacità militari degli Houthi e proteggere il trasporto marittimo globale”.

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