Esteri

Vertice Stati Uniti-Ucraina in Arabia Saudita: le richieste di Donald Trump

di Andrea Maldi

Il vertice tra Whashington e Kiev per riprendere le trattative, dopo il clamoroso shutdown di una decina di giorni fa alla Casa Bianca tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky, andrà in scena a Gedda in Arabia Saudita. Due delegazioni di tutto rispetto per i rispettivi Paesi: per gli Stati Uniti il segretario di Stato Marco Rubio, e per l’Ucraina il capo dell’ufficio del presidente Andriy Yermak. Sul tavolo delle trattative la ripresa dei colloqui per l’accordo sullo sfruttamento delle terre rare ucraine. Un traguardo molto ambito per il Tycoon, in quanto rappresenta un risarcimento per gli apparenti 350 miliardi di dollari donati a fondo perduto all’Ucraina dall’inizio del conflitto ad oggi.

 

Il Tycoon però non vuole solo l’accordo sui minerali, ma anche la disponibilità del leader ucraino a concedere territori alla Russia per arrivare alla tanto agognata fine del conflitto. Non è tutto: a Zelensky si chiede inoltre di portare il Paese a nuove elezioni presidenziali. D’altronde, dopo le accuse di ingratitudine ed inadeguatezza rivoltegli da Trump nello Studio Ovale, era prevedibile che the Donald auspicasse ad un cambio di presidenza, applicando forti ingerenze per la possibilità di organizzare elezioni presidenziali in Ucraina in tempi rapidi, subito dopo l’eventuale dichiarazione di un cessate il fuoco ma prima della conclusione dei negoziati di pace.

 

Dal lato Ucraina, il Financial Times fa sapere che Kiev sarebbe pronta “a presentare un cessate il fuoco parziale” al Cremlino, nella speranza di fermare le offensive con droni e razzi a lunga gittata nel Mar Nero. “Nella speranza che i progressi dei colloqui portino Washington a revocare la sua decisione di congelare la condivisione dell’intelligence e le forniture di armi” afferma una fonte ucraina al giornale.

 

Intanto i quotidiani americani riportano che Donald Trump sta valutando la possibilità di revocare lo stop nella condivisione di dati di intelligence con Kiev: “Ci siamo quasi, ci siamo proprio… faremo molti progressi… Io dico che l’Ucraina non ha le carte. Nessuno ha davvero le carte. La Russia non le ha… e quello che bisogna fare è arrivare a un accordo e fermare le uccisioni. E’ una guerra senza senso e riusciremo a fermarla” ha dichiarato il Tycoon in una intervista a Fox News.

 

Se gli Stati Uniti dovessero voltare le spalle all’Ucraina – perché non mostra disponibilità all’accordo –  sarebbe distruttivo per Kiev, come suggerisce il senatore repubblicano Lindsey Graham. “Finché si combatte, – aggiunge – se premessimo il grilletto sull’Ucraina sarebbe una situazione peggiore rispetto all’Afghanistan… Fino al cessate il fuoco, darei all’Ucraina quello che serve in termini di intelligence e di armi. Per quanto riguarda la Russia, varerei sanzioni contro le banche e il settore energetico costringendo Putin a negoziare. Se non si impegnano nel cessate il fuoco e nei colloqui di pace con l’amministrazione Trump, dovremmo introdurre sanzioni pesantissime”.

 

Nel frattempo continua la fortissima rappresaglia russa nelle òblast del Donetsk e Kursk, quest’ultima occupata dalle forze ucraine dall’estate 2024.

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