La guerra di Putin

Vivere a Odessa, dal reportage di un giornale russo

di Giuliano Longo

Moskovsky Komsomoletsin, pubblicazione moscovita molto vicina a Putin, avvalendosi anche di fonti locali, riporta oggi un servizio sulla situazione a Odessa (di cui riproduciamo alcuni stralci), il grande porto ucraino sul Mar Nero che vede presente  una forte componente della popolazione tradizionalmente di etnia e  lingua russa. Ne risulta un reportage che, al di fuori della consueta propaganda bellica, tenta di dare un quadro di vita reale, che è poi la caratteristica di molte regioni ucraine non direttamente coinvolte in questa guerra “ibrida” che si combatte sanguinosamente a est del Paese. Ne sintetizziamo alcuni passi che dimostrano lo scorrere quotidiano della vita in città di circa un milione di abitanti che dista 650 chilometri da Mariupol, occupata dai russi. La vita in città è diventata più tranquilla rispetto allo scorso anno, riporta il servizio giornalistico. Gli attacchi alle infrastrutture critiche sono meno frequenti. Le interruzioni di corrente si verificano solo localmente e a causa di normali incidenti nelle sottostazioni. Filobus e tram circolano di nuovo secondo l’orario. Non ci sono problemi con l’approvvigionamento idrico. Anche Internet funziona in tutta la città. Il coprifuoco a marzo è stato ridotto di 1 ora e ora opera da 0 a 5 ore. Allo stesso tempo, la crisi economica in Ucraina sta colpendo duramente le tasche degli abitanti di Odessa che registra,  tra le prime tre regioni ucraine, il più alto livello di crescita dei prezzi dall’inizio del 2023. La pubblicazione cita poi un elenco dei prezzi dei generi alimentari  del più grande e famoso mercato, il  Privoz,che hanno subito un aumento, fra i quali il pesce per il quale il mercato è sempre stato famoso, che oggi è prevalentemente  di acqua dolce e proviene dai bacini idrici locali, poiché il mare è minato e nessun pescatore intende rischiare. Le patatea Odessa provengono dal territorio circostante anche grazie ad un abbondante raccolto dello scorso anno, mentre altre verdurehanno avuto in Ucraina un raccolto più scarso.  Ciò che in precedenza veniva portato dalle regioni della Transcarpazia e da Rivne viene ora importato da altri paesi. Carote, barbabietole, cipolle, cetrioli e pomodori vengono importati principalmente da Polonia, Romania, Serbia e Albania, Turchia ed Egitto. Ma al Privoz sono presenti anche confezioni di prodotti stranieri, in parte dovuti agli aiuti umanitari, tanto che è disponibile anche  il ketchup americano. Oltre al  Privoz a Odessa lavorano anche i centri commerciali, con le boutique  di abiti alla moda a prezzi aumentati ma accessibili “pertanto, i visitatori non stanno in fila …” Un incidente si è verificato nel centro commerciale “Gagarin Plaza” di Odessa dove  sui cartellini dei prezzi, gli acquirenti hanno trovato importi non solo in grivna (moneta ucraina) , ma anche in rubli. Non si sa quali misure prenderanno le autorità per reprimere queste anomalie. Funziona anche il servizio taxi on line dove qualche autista chiacchierone rischia l’accusa  “posizione anti-ucraina” come appare fra le avvertenze della app. Ogni tanto c’è qualcuno che dissente come quel cittadino che, a Pasqua, si è messo a diffondere volantini filorussi, ma in generale la gente sta alla larga dalla politicacercando l’intrattenimento. Che non manca. Gli spettacoli vengono nuovamente messi in scena nei teatri, i musicisti di strada sono tornati a Deribasovskaya street, passerella pedonale nel centro della città. Solo il tradizionale Odessa Film Festival è stato  trasferito quest’anno  a Chernivtsi, in Bucovina al nord del Paese. I cosiddetti “giovani d’oro” frequentano i locali notturni. Ad esempio tra questi il famoso studio cinematografico di Odessa che è stato venduto, ma dove si è svolta una festa da 500 grivnia a persona per l’ammissione. (Uno stipendio medio in Ucraina è di 20mila grivnie pari a 600 euro. ndr) In vista della stagione balneare ai residenti  non è consigliato avvicinarsi alle spiagge a causa del pericolo di mine o ordigni  strappati dai loro ancoraggi a causa delle tempeste primaverili e talora non bloccati dal sistema di barriere.   Quindi le autorità hanno ufficialmente vietato la balneazione e l’accesso alla costa sabbiosa, formalmente chiusa, ma è possibile visitare la costa a distanza e senza ostacoli. Sui social network, c’è chi ironicamente insinua che le spiagge verranno privatizzate a 300 grivna per ingresso, ma mantenendo una distanza dalla riva almeno di 200 metri.  Tuttavia, nei fine settimana le persone si avvicinano ancora al mare, se non altro per guardare i giochi dei delfini, che nei pressi della costa hanno campo libero poiché in mare ci sono pochissime navi e natanti.  La città è percorsa da onnipresenti pattuglie militari, “che spesso intercettano  le potenziali reclute…. Si arriva persino a situazioni tragicomiche per le quali i dipendenti dell’ufficio di arruolamento militare in mezzo alla piazza fanno consegnare citazioni in giudizio anche da un animatore in costume tradizionale”. Agli “Odessani“ gli intercettati dai reclutatori vengono sequestrati i cellulari  e i parenti inizialmente non sanno nemmeno dove cercare i loro parenti.  Gli eventi sui fronti lontani da Odessa influenzano la vita della città in un altro modo. Centinaia di feriti vengono portati in città. .. quelli in gravi condizioni vengono trasferiti in strutture civili” ma latri dopo le prime cure vengono rimandati al fronte. MK è riuscito a mettersi in contatto con una residente di Odessa, sicuramente di etnia russa,  che ha parlato della situazione attuale in città. “La nostra cultura viene distrutta. I monumenti e i nomi delle strade per noi non sono mai stati politica, ma piuttosto il volto e la memoria della città sul passato, di cui siamo privati. Qualcuno parlava sempre ucraino, qualcuno russo. La maggior parte in russo” oggi è praticamente vietato” così “tutti cercano di parlare ucraino nei negozi e in altri luoghi e se non lo fanno le persone vengono multate e licenziate…. Ma, nonostante tutto, continuiamo ancora a sperare nell’arrivo di giorni luminosi”.

Aggiornamento la Guerra di Putin ore 11.37

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