La guerra di Putin

Daria Trepova avrebbe fatto il nome del suo reclutatore per l’attentato di San Pietroburgo

di Giuliano Longo

Secondo il quotidiano Moskovskij Komsomolets,vicino alla posizioni di Putin, Daria Trepova, sospettata di essere coinvolta nell’omicidio del corrispondente militare e decorato dal presidente per meriti di guerra in Siria, Vladlen Tatarsky,  durante l’interrogatorio avrebbe dichiarato  di essere stata reclutata dal giornalista esule in Ucraina Roman Popkov (Nella foto).

Mentre il bilancio dei feriti sale a 40,  otto dei quali in condizioni estremamente gravi,la Trepova avrebbe confessato agli inquirenti di essere stata “incastrata” e di non sospettare  che  il busto dorato, con la sua immagine consegnato a Tatarsky, fosse in realtà un ordigno esplosivo contenete due etti di tnt, ma di ritenere che fosse invece uno strumento di intercettazione.

Tuttavia,nel filmatodella serata al Vladlen di San Pietroburgo risulterebbe evidente il nervosismo della presunta attentatrice che sta cercando di andarsene dopo aver offerto il “regalo” a Tatarsky che la trattiene invitandola a sedersi accanto a lui, mentre la Trepova non si separa dal suo cellulare.

Prima dell’attacco terroristico, Darya Trepova è andata almeno due volte alle esibizioni di Vladlen e ha frequentato la elegante  libreria internazionale Listva, cercando di impersonare una fervente  patriota  per acquisire la fiducia della vittima, tanto che,nel suo graduale avvicinamento alla vittima, la sospettata avrebbe seguito  il comandante militare  per circa due mesi.

Secondo il canale Shot, Daria Trepova avrebbe fornito agli investigatori il nome della persona che l’avrebbe  reclutata e del quale pubblichiamo la foto che circola sui social. 

Si tratta di Roman Popkov, che ora vive a Kiev e collabora con un agente straniero latitante , l’ex deputato della Duma di Stato condannato in contumacia in Russia, Ilya Ponomarev che vive attualmente in Ucraina. Secondo il canale, sarebbe stato Popkov a presentare Trepova all’ufficiale della SBU (servizi segreti ucraini), che ha iniziato ad affidarle incarichi.

Popkov oggi ha confermato di aver corrisposto con Trepova sui social network, affermando di averle solamente insegnato giornalismo, professione con la quale la Trepova non ha  nulla a che fare, almeno da quanto risalta dal suo curriculum .

Espulsa dall’università dove frequentava la facoltà di medicina, ha lavorato successivamente  in un negozio di abbigliamento vintage, occupandosi  nel tempo libero occupandosi di design e scultura e segnalandosi come femminista e attivista politica anti Putin.

Roman Popkovè stato un attivista del movimento estremista “Unità nazionale russa”, confluito successivamente nella  formazione estremista  NBP (Partito Nazionale Bolscevico) di Limonovsoprannome di Ėduard Veniaminovič Savenko , a suo tempo  bandita in Russia.

Dopo aver diretto la sezione di Mosca, dove è entrato in conflitto con Limonov  ed espulso dal partito comunque fuorilegge. Da segnalare che il soprannome Lemonov deriva dalla definizione gergale della bomba a mano “limonka” riprodotta nella testata allora pubblicata dall’NPD.

Emigrato a  Kiev oggi  lavora in una piccola testata del gruppo editoriale di Khodorkovsky (riconosciuto in Russia come agente straniero),  pubblicazione finanziata dall’ex deputato della Duma Ponomarev o direttamente dagli ucraini. Mikhail Khodorkovsky  è uno dei principali oppositori di Putin. Un tempo l’uomo più ricco di Russia, è stato rinchiuso dieci anni in un campo di lavoro e ha poi vissuto brevemente in Svizzera. Ora, dall’esilio, sta pianificando la costruzione di un nuovo Stato russo per quando Putin se ne sarà andato. Khodorkovsky è il fondatore di “Open Russia” e dell'”Anti-War Commettee”, che si batte contro le élite del Cremlino e riunisce personalità di spicco come l’ex campione del mondo di scacchi Garri Kasparov , l’ex premier russo Mikhail Kasyanov (6 e lo storico Vladimir Kara Mursa .  Qualunque sia l’esito delle indagini in corso, scorrendo le cronache della stampa russa   si rileva l’aumento di “strani” incidenti a strutture  che potrebbero venir ricondotti a veri e propri attentati.  Senza contare quelli più eclatanti e strategicamente rilevanti, come quelli al gasdotto Nord Stream 2 e al Ponte della Crimea. Una sorta di strategia del terrore– dove la mano dello SBU, notoriamente supportato dall’intelligence occidentale che vede il particolare impegno dell’MI5 britannico- che potrebbe rappresentare il segnale di prossimi attacchi in profondità nel territorio della Federazione. come  in parte sta già avvenendo utilizzando droni o missili di lunga gittata forniti dall’Occidente.  Per essere cinicamente franchi va pur detto che in amore e in guerra tutto è permesso.

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