La guerra di Putin

Vladimir Putin sta adescando l’Africa

 

di Mario Lettieri* e Paolo Raimondi*

Si intensificano le relazioni della Russia con l’Africa, perciò riteniamo che nei rapporti con i Paesi africani l’Italia e l’Ue dovrebbero mantenere un approccio sobrio e realistico, senza cedere alla tentazione di credere troppo alle narrazioni dell’Occidente sugli andamenti geopolitici planetari. Le loro priorità sono l’anticolonialismo, l’indipendenza e lo sviluppo del continente in un mondo multipolare.

 

Basti riflettere sui risultati del meeting «Russia Africa Parliamentary Conference» sul tema di un mondo multipolare, tenutosi a Mosca il 19-20 marzo, cui hanno partecipato parlamentari di 40 Stati africani. Si tratta di uno degli incontri preparatori per il secondo «Summit Russia-Africa» dei capi di Stato e di governo già fissato il 28-29 giugno a San Pietroburgo. Le delegazioni africane a Mosca erano più delle 36 che nel 2019 avevano partecipato al primo Summit di Sochi.

 

Prevedibile l’affondo politico del presidente della Duma, Vyacheslav Volodin, che ha denunciato «Washington e Bruxelles di voler controllare le risorse naturali della Russia e dell’Africa, con tutti gli strumenti possibili, anche con la forza».

 

Sebbene in quei giorni fosse impegnato negli incontri con il presidente cinese Xi Jinping in visita a Mosca, Vladimir Putin ha parlato alla conferenza. Il presidente russo ha affermato che i rapporti con i paesi africani sono una priorità di Mosca. Ha ricordato l’appoggio dell’Urss nella lotta per l’indipendenza contro il colonialismo e per la cooperazione economica nel continente. Sebbene oggi i paesi africani rappresentino soltanto il 3% del pil mondiale, Putin ha detto che con un miliardo e mezzo di abitanti e un terzo di tutte le riserve minerarie del globo essi naturalmente saranno leader del nuovo ordine multipolare globale.

 

Ha evidenziato che lo scorso anno il commercio è cresciuto fino a 18 miliardi di dollari e che Mosca ha cancellato vecchi debiti dei paesi africani per oltre 20 miliardi. Ha anche offerto la possibilità di una collaborazione tra l’Unione economica eurasiatica e l’Area continentale africana di libero scambio creata nel 2021.

 

Il presidente russo si è impegnato a mantenere le forniture di cibo, di fertilizzanti e di energia verso l’Africa e a prolungare di 60 giorni l’accordo sul grano fatto a Istanbul per far transitare i prodotti agricoli ucraini attraverso il Mar Nero. Dopo tale periodo la Russia sarebbe pronta a mandare, a titolo gratuito, la stessa quantità di grano inviato in Africa nei mesi passati. Ha poi lanciato una provocazione: «Del totale di grano esportato dall’Ucraina, circa il 45% è andato ai paesi europei e solo il 3% all’Africa».

 

Propaganda russa? Speriamo si possa dimostrare, poiché le convinzioni africane non sono quelle dell’Occidente.

 

Dopo aver detto che circa 27.000 studenti africani frequentano le università russe, ha aggiunto che il personale militare di oltre 20 paesi africani si perfeziona nelle università del ministero della Difesa russo, i rapporti si sono fatti molto intensi, un po’ in tutti i campi, anche in quello delle nuove tecnologie. Il 13-14 aprile prossimi si terrà a Mosca il forum Russia – Africa sulle tecnologie digitali e governi e imprese private discuteranno su come realizzare la digitalizzazione nei settori della pubblica amministrazione, dell’economia, dell’educazione e della sanità.

 

Un ruolo importante di battistrada della cooperazione continentale africana lo svolge il Sudafrica, membro del gruppo Brics. In un incontro tra rappresentati governativi russi e sudafricani si è convenuto di promuovere la creazione di una Brics geological platform che mapperà i territori per individuare nuovi depositi di minerali.

 

*già sottosegretario all’Economia **economista

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