La guerra di Putin

Stampa Ucraina.  La situazione difficile sul fronte orientale dove i russi attaccano in 3 settori

di Giuliano Longo

 

Le notizie pubblicate dalla stampa ucraina, con le debite cautele in considerazione dello stato diguerrac e della legge marziale, lasciano trapelare un situazione critica per le forze armate di Kiev.

 

Quasi tutti i media riferiscono che la situazione sul fronte orientale rimane difficile mentre le forze russe continuano le operazioni offensive nelle direzioni Kupiansk, Lyman e Bakhmut,lo ha rivelato l’11 gennaio il colonnello generaleOleksandr Syrskyicomandante delle forze di terra ucraine .

“Nonostante le azioni offensive su larga scala del nemico, i nostri soldati mantengono saldamente le linee difensive in tutte le direzioni e infliggono perdite significative al nemico”, ha riferito su Telegram.

 

Secondo Syrskyi,“gli occupanti continuano a cercare di spingere le nostre unità fuori dalla foresta di Kupiansk e di catturare Synkivka, con l’obiettivo di isolare Kupiansk”.

“Grazie ai nostri difensori, il nemico sta subendo perdite significative”,aggiungendo che la Russia aumentando i suoi sforzi a scapito della sua perdite di uomini.

 

La città nord-orientale diKupiansk, nell’oblast di Kharkiv,è stata liberata dall’occupazione russa durante la controffensiva a sorpresa nell’autunno del 2022, ma fonti dell’esercito affermano, senza reticenze che Mosca intende, riconquistarla.

 

Secondo il think tank Institute for the Study of War (ISW) con sede negli Stati Uniti, la Russia potrebbe intensificare gli attacchi localizzati con nuove truppe nel settore di Kupiansk già nelle prossime settimane.

 

Nella direzione di Lyman, le truppe di Mosca stanno concentrando gli sforzi nella zona della foresta di Serebrianskyi e lanciando attacchi nelle direzioni diDibrova, Torske e Yampil, ha detto Syrskyi. Stanno anche cercando di spingere i difensori ucraini oltre il fiume Chornyi Zherebetscon il supporto dell’artiglieria e di nuove truppe d’assalto, ha aggiunto.

 

Secondo il general,e vicino a Bakhmut conquistata eoccupata, la Russia sta facendo “ogni sforzo per attraversare il canale Siverskyi Donets-Donbas”, la Russia sta attaccando Bohdanivkadal nord della città e sta cercando di “creare condizioni favorevoli per l’offensiva suChasiv Yar e ripristinare le posizioni perdute vicino ai laghi a est di Klishchiivka e Kurdiumivka“.

 

Viene così sfatato il mito che i rigori invernali avrebbero “congelato” il conflitto in attesa della ripresa primaverile che risulta molto difficile se il Congresso USAed in particolare i Repubblicani, non sbloccheranno altri fondi per Kiev come è stato riferitodal coordinatore delle comunicazioni strategiche della Casa BiancaJohn Kirby.

L’assistenza che abbiamo fornito è in fase di stallo (…) Abbiamo emesso l’ultimo pacchetto per il quale avevamo finanziamenti dalle nostre riserve esistenti” ha affermato.

 

Sotto il profilo strategico, consultando fonti di stampa russe, non pare che Mosca miri a uno sfondamento generale delle linee Ucraine (sempre che sia possibile), ma ad allargare i confini e a mettere in sicurezza i territori delle repubbliche autoproclamate del Dombass e Donetsk, che peraltro subiscono con l’Ucraina un conflitto strisciate dal2014,dopo l’occupazione della Crimea da  parte dei russi.

 

Obiettivo limitato, ma che consentirebbe a Putin, sotto scontate elezioni presidenziali, di aver raggiunto gli obiettivi della sua cosiddetta “operazione militare speciale” e comunque tale da giustificare la due ipotesi del congelamento o della prosecuzione del conflitto, sospese in vista delle elezioni americane.

 

Nel frattempo proseguirebbe il logoramento materiale e bellico dell’Ucraina indebolendo la leadership di Zelensky ormai sempre più convinto che solo un intervento diretto della NATO, soprattutto a livello aereo e con missili a lunga gittata che possano colpire il cuore della russia, potrebbe determinare l’esito del conflitto.

 

Nonostante i bollori guerreschi di Gran Bretagna, Balticie, ora un po meno, della Polonia, è evidente che difficilmente Washington e alcuni paese Europei, potrebbero accettare una svolta di questo tipo che porterebbe ad un terzo e globale conflitto proprio in Europa.

 

La ritrosia di Washington al riconoscimento immediato all’ingresso di Kiev nell’Alleanza Atlantica,vuole teoricamente contenere l’allargamento di un conflitto coinvolgendo direttamente degli Stati Uniti, oggi impegnati  su più fronti, da Israele/Medio Oriente e Taiwan.

 

D’altra parte il logoramento economico e sociale della Russia, soggetta ormai alle decine di sanzioni di tutto l’Occidente, non sembra per ora aver dato i frutti desiderati, ne scalfitto la popolarità di Putinfra i russi.

 

In sostanza, nonostante un conflitto che si rivela dispendioso di materiali e vite umane per entrambe le parti, esistono linee rosse praticamente invalicabili, non quelle di volta in volta  poste da Putin superate in numerose occasioni con la concessione di temibili armi sofisticate a Kiev, quanto le linee tracciate di fatto dalla diplomazia sotterranea, anche militare, che ormai coinvolge altri Paesi, e soprattutto la Cina.

 

E’ singolare che nonostante le reciproche visite di esponenti dei governi di Mosca e Pechino, la Cina negli ultimi tempi risulti silente non tanto sul conflitto mediorientale, quanto su quello ucraino. Un silenzio appunto che prelude a trattative sotterranee almeno per un congelamento del conflitto in terra ucraina, anche prima delle presidenziali USA, voce che circola anche nei corridoi della Unione Europea a Bruxelles.

 

Ma un conflitto congelato senza una pace duratura potrebbe durare anche anni con periodici e devastanti ritorni di fiamma, il che rende questa possibilità una via impraticabile anche solo nel medio periodo.

aggiornamento crisi russo-ucraina ore 13.54

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