Esteri

AL-QAEDA: una minaccia mai definitivamente sconfitta

 

Articolo di Sara Harmouch della School of Public Affairs dell’Università americana, specializzata in antiterrorismo, pubblicato dalla rivistadi geopolitica e strategia militare War on the Rock.

Traduzione e sintesi di Giuliano Longo

 

Il ritiro del presidente Joe Biden dall’Afghanistan ha segnato fine della più lunga guerra americana contro lo stesso avversario che l’ha iniziata. “Ricordate cosa ho detto sull’Afghanistan? Avevo detto che Al-Qaeda non ci sarebbe più stata” -Aveva dichiarato Biden.

Tuttavia l’11 agosto scorso un 17enne legato ad al-Qaeda fu stato arrestato a Filadelfiacon l’accusa relativa ad armi di distruzione di massa. Gli americani pensavano che la nazione si fosse lasciata alle spalle al-Qaeda, ma  è sta davvero sconfitta o la minaccia si è semplicemente evoluta? Biden può anche aver annunciato la fine della guerra in Afghanistan, ma non quella di al-Qaeda.

A partire dagiugno 2023 i rapporti indicano che le attività del gruppo si stanno intensificando non solo in Afghanistan, ma anche a livello globale. I legami duraturi del gruppo con i talebani e il ritorno strategico dei loro leader in Afghanistan rappresentano un progresso, non un declino. Mentre i massimi esponenti di al-Qaeda chiedono anche una rinnovata jihad in Sudane nel Maghrebislamico sta prendendo di mira nazioni come il Marocco con nuove campagne di propaganda….

IL’escalation del conflitto traIsraele e Hamasalimenta ulteriormente la rinascita di al-Qaeda, sfruttando la causa palestinese per ottenere sostegno, rinvigorendo la sua base e organizzando un ritorno. Questi sviluppi non solo riaffermano l’adattabilità e la determinazione di al-Qaeda, ma sottolineano chiaramente che qualsiasi pretesa di sconfitta di al-Qaeda è, a questo punto, prematura.

Il contagio

Contraddicendo la valutazione di Biden, l’ascesa dei talebani nel 2021 ha rinvigorito le operazioni afghane di al-Qaeda. I comandanti di Al-Qaeda sono tornati in Afghanistan, …nel Nuristan(i suoi)  campi stanno addestrando attivamente attentatori suicidi, segnalando una rinascita delle strategie passate di al-Qaeda, evocative del loro ruolo nella guerra degli Stati Uniti del 1998.

Tuttavia, la rinascita di al-Qaeda non è più limitata all’Afghanistan. Solo nel 2023, gli affiliati di al-Qaeda hanno orchestrato 1.305 attacchi a livello globale. Al-Shabaab, leader con 1.057 attacchi inSomalia e Kenya, continua a rappresentare una grave minaccia con le sue capacità transnazionali in via di sviluppo.

Allo stesso tempo, Jamaat Nusrat al-Islam wal-Muslimin nel Sahel e al-Qaeda nella penisola arabica nello Yemenhanno condotto rispettivamente 184 e 64 attacchi. Nell’Africa occidentale, frequenti colpi di stato  hanno incoraggiato gli affiliati di al-Qaeda a proliferare in paesi come Burkina Faso, Mali, Niger e Nigeria.

La portata globale di questi attacchi evidenzia la propensione di al-Qaeda a trarre vantaggio dalle istituzioni regionali. Questo schema diventa più chiaro quando osserviamo l’evolversi della situazione inSudan.

Al-Qaeda sta sfruttando la guerra civile in Sudan per stabilire una nuova roccaforte. Abu Hudhaifa al Sudani,una figura di spicco all’interno dell’organizzazione ed ex associato di Bin Laden, intende “diffondere i semi del jihad”in mezzo al caos. La retorica militante di Al Sudani, sostenuta dalla sua storia in Afghanistan e Iraq, aggiunge peso alla sua chiamata alle armi e dà credito a questa minaccia….

Il Sudan, con la sua posizione strategica, la ricchezza di risorse e il patrimonio islamico, è stato un obiettivo primario di al-Qaeda sin dagli anni ’90. Sotto Omar al Bashir, il Sudan diede asilo a bin Laden e formò la famigerata milizia Janjaweed (ora Rapid Support Forces)….

Ottimismo fuorviante

Nonostante le rassicurazioni di Biden, la minaccia interna di al-Qaeda incombe. Nel maggio 2022, l’ex combattente di al-Qaeda, Shihab Ahmed, ha introdotto di nascosto quattro agenti iracheni negli Stati Uniti attraverso il confine meridionale. Sorprendentemente, Shihab era entrato negli Stati Uniti senza essere scoperto dalle agenzie di intelligence, nonostante la sua storia di uccisioni di agenti statunitensi.e soldati nella guerra in Iraq.

Questi incidenti dimostrano la capacità di al-Qaeda di sfruttare le lacune della sicurezza nazionale. L’FBI ha sventato questo complotto, eppure, insieme all’attacco alla base aerea navale di Pensacola del 2019, ricorda agli osservatori che al-Qaeda non è né distante né sconfitta. L’Avvertimento del direttore dell‘FBI Christopher Wraysu un previsto aumento delle attività terroristiche, compreso un aumento del rischio di attacchi di al-Qaeda negli Stati Uniti, conferma ulteriormente questa tendenza inquietante….

Contrariamente all’affermazione di secondo cui la presenza di al-Qaeda in Afghanistan è minima, il successo operativo del gruppo non dipende esclusivamente dai numeri. Al-Qaeda è nota per favorire l’ingegno strategico rispetto ai puri numeri. Gli attacchi dell’11 settembre, eseguiti da soli 50 membri, sono una testimonianza della loro efficacia. Nonostante la modesta presenza afghana, nel 2020 al-Qaeda vantava 20.000 combattenti in Siria, almeno 2.000 nel Sahel, 6.000 nello Yemen e 7.000 in Somalia…..

Un nuovo punto di ritrovo

La strategia di adattamento di Al-Qaeda nel conflitto Israele-Hamas segna una nuova fase nelle sue operazioni. Il gruppo sta ora cercando attivamente un’alleanza con lo Stato islamico, con l’obiettivo di creare un fronte jihadista unificato contro avversari comuni.

Questo cambiamento, evidenziato nel quarto numero di“Mujahideen in the West”, significa una miscela di destrezza operativa e fervore mentale, sfidando la percezione della sua influenza in declino. Questa evoluzione non è nuova: nell’Africa occidentale, al-Qaeda e lo Stato islamico hanno già collaborato, coordinando attacchi e creando zone di influenza congiunte per sovvertire sia le autorità occidentali che quelle locali….

Dopo la morte dell’ex leaderAyman al Zawahiri, al-Qaeda ha dimostrato la sua resilienza nascondendo strategicamente la transizione della sua leadership. Questa opacità tattica, progettata per proteggere le sue figure chiave, è evidente nelle rivelazioni della pubblicazione di al-Qaeda “La strada per Nairobi e Dar Es Salaam”e nei documenti di bin Laden….

Saif al Adl,il presunto leader de facto di al-Qaeda, è cruciale in questa trasformazione. Nel suo libro innovativo, “Lettura libera nel libro 33 strategie”, ispirato alle “33 strategie per la guerra”di Robert Green, al Adl sostiene l’abbandono dei metodi convenzionali, sottolineando la creatività e l’agilità.

Promuove l’imprevedibilità e consiglia di “colpire dove il nemico meno se lo aspetta”, incorporando la guerriglia urbana e una potente propaganda per instillare paura. Concentrandosi sulle implicazioni psicologiche, suggerisce una serie di colpi consecutivi per amplificarne l’effetto.

È interessante notare che, pur appoggiando gli “obiettivi soft”,al-Adl si discosta dal prendere di mira i civili, “sia sulle nostre terre che su quelle nemiche”, indicando una ricalibrazione strategica di al-Qaeda che fonde la militanza con una forma di sensibilizzazione….

Conclusione

Sfatando i miti del declino, al-Qaeda rimane una forza resiliente e in evoluzione, che affina continuamente i suoi metodi. Astuto e pieno di risorse, questo gruppo rappresenta una sofisticata minaccia globale, che naviga abilmente nelle dinamiche geopolitiche ed elude le misure antiterrorismo….

Le lezioni della storia sono chiare: l’ascesa dei talebani ha predetto l’11 settembre, la crescita dello Stato islamico ha scatenato il terrore internazionale e il vuoto in Iraq e Afghanistan ha alimentato l’estremismo.

La rinascita di Hamas ci ricorda che le braci del terrorismo bruciano ancora, invisibili ma sempre presenti. Nella battaglia contro il terrorismo, calcolare male la minaccia di al-Qaeda potrebbe essere la più grave svista, poiché ciò che non si vede spesso rappresenta il pericolo maggiore.

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