Economia e Lavoro

Carburanti, la rete non fa sconti. Nuovi rialzi per gasolio e benzina. La denuncia del Codacons all’Antitrust e in 104 Procure

Ancora rialzi per i prezzi dei carburanti, con la benzina che oggi, in modalità self, ha raggiunto la media di 2,075 euro al litro e il gasolio che schizza a una media di 2,030 euro al litro, mentre in modalità servito la benzina viaggia spedita verso i 2,3 euro al litro (2,276 euro in alcuni impianti). Lo denuncia il Codacons, che diffonde i numeri sulle ripercussioni del caro-carburante sulle tasche delle famiglie italiane. Un litro di verde costa il 28,5% in più rispetto allo stesso periodo del 2021, e per un pieno di benzina occorre sborsare circa 23 euro in più – analizza l’associazione – Va peggio per il gasolio, il cui prezzo sale del 37,5% su base annua con un maggiore costo per il pieno di 27,7 euro.
Considerata un’auto di media cilindrata, una famiglia spende oggi 552 euro in più all’anno per i rifornimenti di benzina, e addirittura +664 euro annui per quelli di gasolio. Senza considerare gli effetti indiretti sui prezzi al dettaglio, ovviamente. “Siamo in presenza di una emergenza nazionale e il Governo non sembra pronto ad adottare misure di contrasto – afferma il presidente Carlo Rienzi – I rincari delle ultime settimane si registrano nonostante il sensibile calo delle quotazioni del petrolio, oggi attorno ai 112 dollari al barile, a dimostrazione delle speculazioni che interessano i prezzi dei carburanti. Per questo ci siamo rivolti con un esposto all’Antitrust e a 104 Procure della Repubblica di tutta Italia, a attendiamo con fiducia l’apertura di nuove indagini da parte della magistratura volte ad accertare possibili illeciti sui listini alla pompa”. Oggi la benzina costa oltre il 25% in più rispetto allo scorso anno, mentre il gasolio è rincarato di circa il 33% sul 2021 – spiega l’associazione – Un andamento dei listini del tutto anomalo, che si registra nonostante il taglio delle accise disposto dal Governo e che non sembra essere giustificato dalle quotazioni petrolifere.
Negli ultimi mesi, infatti, il petrolio ha raggiunto il suo picco il 9 marzo 2022, quando il Brent ha toccato la soglia dei 131 dollari al barile – analizza il Codacons – In tale data la benzina, e senza il taglio delle accise pari a -30,5 cent scattato solo il 22 marzo, costava in media 2,048 euro al litro in modalità self, 1,966 euro il gasolio. Oggi il petrolio si attesta attorno ai 120 dollari al barile, mentre la verde costa in media 2,069 euro al litro e il gasolio 2,006 al litro.
Questo significa che nonostante le quotazioni del petrolio siano calate dell’8,4% rispetto a marzo e malgrado il taglio delle accise, benzina e gasolio costano ingiustificatamente di più! Per dare un quadro della gravità della situazione, basta considerare che in assenza del taglio delle accise pari a 30,5 centesimi di euro al litro, la benzina costerebbe oggi 2,419 euro al litro (2,356 euro il gasolio) superando il record storico raggiunto nell’ottobre del 1976, quando un litro di benzina arrivò a costare 500 lire, pari a 2,31 euro a valori correnti.
“Con il nostro esposto chiediamo ad Antitrust e Procure di tutta Italia di attivarsi per capire chi stia speculando aumentando ingiustificatamente i listini dei carburanti alla pompa, che salgono nonostante il calo del petrolio, e di aprire indagini sul territorio attraverso l’ausilio di Nas e Guardia di Finanza per i reati di manovre speculative su merci e aggiotaggio, sequestrando atti e documenti utili presso le sedi delle società petrolifere presenti in Italia” – afferma il presidente Carlo Rienzi.

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