La guerra di Putin

  Concordato il decimo pacchetto di sanzioni Ue alla Russia

 

I rappresentanti dei 27 Paesi dell’Unione Europea hanno concordato un nuovo round di sanzioni contro la Russia, il decimo, in risposta all’invasione dell’Ucraina. Il nuovo pacchetto vieta le esportazioni dell’Ue verso la Russia di determinati prodotti, per un valore complessivo di almeno 11 miliardi di euro, inserisce i propagandisti del Cremlino nella lista delle persone sanzioante e, per la prima volta, include anche le **Guardie rivoluzionarie iraniane,**per il loro aiuto militare alla Russia. Tra i prodotti di cui è vietata l’esportazione ci sono come pezzi di ricambio per camion, motori a reazione, antenne e gru, che secondo l’Ue la Russia faticherà a reperire altrove. Ma anche 47 nuovi tipi di componenti elettronici, oltre a terre rare e termocamere, che potrebbero essere impiegate dai russi per costruire armamenti. Per la prima volta in assoluto, l’Ue estende le sue sanzioni prendendo di mira sette entità legate al corpo delle Guardie rivoluzionarie iraniane, l’organizzazione paramilitare che opera in stretta collaborazione con il leader supremo di Teheran Ali Khamenei e che secondo l’Unione sta fornendo a Mosca armi letali, in particolare i cosiddetti “droni kamikaze” programamti per autodistruggersi una volta colpito il bersaglio. Il coinvolgimento iraniano nella guerra in Ucraina è sempre stato negato dal governo di Teheran, ma confermato da diverse organizzazioni del settore. Inoltre i delegati hanno raggiunto un accordo politico sull’importazione di diamanti di fabbricazione russa: un business complessivo da oltre quattro miliardi all’anno per Mosca e un argomento delicato per alcuni Paesi dell’Unione come il Belgio, molto attivi nel commercio in questo settore. La questione sarà tuttavia affrontata in coordinamento con i partner del G7. L’accordo finale  ha richiesto più tempo del previsto e a un certo punto ha rischiato di essere rimandato, dopo due giorni di tentativi andati a vuoto. L’approvazione delle sanzioni richiede infatti il consenso unanime di tutti i 27 Stati membri e secondo alcune fonti diplomaticheuna serie di punti specifici hanno prolungato il negoziato. Tra queste la richiesta ungherese di rimuovere diversi nomi dalla lista delle persone sanzionate, la spinta di Polonia e Lituania per sanzionare il settore nucleare russo e un’impopolare proposta della Commissione europea di sanzionare i governi dell’Ue che non comunicano l’ubicazione dei beni congelati alla Banca centrale russa. Ma il tema più controverso in assoluto riguardava il divieto di importazione di gomma sintetica di fabbricazione russa, ultimo ostacolo all’approvazione che ha tenuto in stallo la trattativa. Si tratta di un materiale molto utilizzato in Europa nell’industria dell’automotive, ad esempio per la fabbricazione di pneumatici. I Paesi dell’Unione hanno importato dalla Russia 625 milioni di euro di gomma nel 2022, 30 milioni in meno dell’anno precedente. La Polonia sosteneva che la soglia di gomma esentata dal divieto proposto era troppo alta, persino superiore alla quota attualmente importata nell’Ue. In questo modo, arguiva l’ambasciatore polacco Andrzej Sadoś, “imporre sanzioni che non influiranno sul bilancio della Russia è inutile”. Lo stallo è stato infine risolto con l’accettazione di una proposta di compromesso. Per la Commissione europea, il decimo pacchetto è un altro tassello nella strategia di soffocamento dell’economia russa. Con quest’ultimo round, sostiene l’esecutivo comunitario, si vietano le esportazioni verso la Russia di tutti i prodotti tecnologici trovati sul campo di battaglia in Ucraina. “La Russia sta arretrando verso un’economia autarchica, tagliata fuori dal resto del mondo. Le nostre sanzioni stanno erodendo drasticamente la sua base economica, eliminando ogni prospettiva di modernizzazione. Continueremo a fare pressione sulla Russia e su coloro che la sostengono sul campo di battaglia”, aveva annunciato la presidente Ursula von der Leyen.

Gielle

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