Economia e Lavoro

Confcommercio: “Il calo dell’inflazione è un segnale di speranza per l’economia”. Confesercenti: “Speranza per nuovi consumi”

Il direttore dell’Ufficio Studi, Mariano Bella, commentando i dati preliminari sui prezzi al consumo dell’Istat ha sottolineato che “il rallentamento dell’inflazione rilevato a settembre, superiore alle nostre stime, è un segnale di speranza per la possibilità di performance dell’economia nei mesi autunnali meno stagnanti rispetto a quanto rilevato in estate. In un contesto in cui la fiducia delle famiglie mostra segnali di miglioramento il permanere di una dinamica dei prezzi molto contenuta, soprattutto per quei beni e servizi acquistati con maggior frequenza, potrebbe agevolare il trasferimento del recupero della capacità reddituale sui consumi”. “Miglioramento del contesto – ha detto Bella – che potrebbe essere favorito anche da un atteggiamento più “coraggioso” da parte della BCE. Anche alla luce dei significativi rientri dell’inflazione rilevati in altri grandi paesi europei, Francia e Spagna, si rende sempre più urgente l’avvio di una politica monetaria in grado di stimolare sia la crescita della domanda delle famiglie sia di migliorare la capacità d’investimento delle imprese”.

 

Calo dell’inflazione, Confesercenti: “Auspicio che si trasformi in nuovi consumi”

 Per Confesercenti prosegue ancora il percorso di frenata dell’inflazione. I dati dell’Istat di settembre certificano ancora una volta un rallentamento della crescita dei prezzi, anche se i movimenti principali dell’indice, sia al rialzo che al ribasso, sono dovuti alle dinamiche dei prezzi dei beni energetici, che si collocano comunque su variazioni a due cifre e si mantengono fra i più alti in Europa. Così Confesercenti in una nota. Lo scenario, nel complesso, non desta particolari preoccupazioni, anche se il consolidamento definitivo del rientro dell’inflazione dipenderà dalla progressiva normalizzazione delle condizioni del mercato energetico. In ogni caso, si prosegue lungo il sentiero del progressivo recupero del potere d’acquisto delle famiglie, e a dare un contributo al sostegno dei redditi dei lavoratori, oltre alla crescita dell’occupazione, sono anche i contratti di lavoro recentemente rinnovati, tra cui terziario e turismo. L’auspicio, però, è che ora questo graduale recupero del potere d’acquisto possa tradursi effettivamente in un’accelerazione della spesa delle famiglie che – dopo due anni di corsa dell’inflazione – segna ancora il passo. Una stasi di cui risente non solo la distribuzione commerciale, ma anche il settore manifatturiero. La fiacchezza della domanda interna è diventata un problema strutturale della nostra economia, con un impatto negativo sulla crescita complessiva del PIL. Bisogna affrontarlo non con misure spot ma con interventi sostanziali. Da questo punto di vista, ben venga la conferma del taglio del cuneo fiscale, che nelle intenzioni del governo dovrebbe diventare strutturale. Ma è necessario continuare a sostenere la domanda interna anche delle famiglie che non rientrano nella platea individuata dal taglio del cuneo, con una riforma fiscale che miri ad accelerare il recupero del potere d’acquisto e possa dare una nuova boccata di ossigeno all’economia.

Assoutenti: “Torna a salire il carrello della spesa”

 “Nonostante l’inflazione media in Italia registri una frenata e si fermi al +0,7% a settembre, i prezzi dei prodotti alimentari e del carrello della spesa tornano a correre”. Afferma invece Assoutenti. “I rialzi che stanno interessando alcuni comparti meritano la massima attenzione – spiega il presidente Gabriele Melluso – Il carrello della spesa registra infatti una forte crescita con i listini che salgono del +1,1% su anno, e va ancora peggio per alimentari e bevande analcoliche o cui prezzi salgono del +0,4% in un solo mese, +1,4% su anno; i beni alimentari lavorati si impennano addirittura del +1,8% rispetto al settembre dello scorso anno. Segnali preoccupanti perché riguardano spese primarie delle famiglie e beni di cui i cittadini non possono fare a meno. Il rischio, inoltre, è che in vista dell’inverno le tariffe energetiche possano registrare una nuova escalation specie sul mercato libero, con effetti negativi a cascata su milioni di famiglie” – conclude Melluso.

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