La guerra di Putin

Ecco perché la Banca centrale russa ha alzato il tasso di riferimento al 12%

di Giuliano Longo

 

La Banca centrale russa alza il suo tasso di riferimento al 12%, all’indomani dalla caduta a picco del rublo.La decisione di aumentare il tasso di interesse chiave al 12% dall’8,5% precedente “è stata presa per limitare i rischi per la stabilità dei prezzi, ha dichiarato la banca centrale in un comunicato diffuso il 15 agosto,  dopo aver convocato una riunione straordinaria.

l rublo ha così  raggiunto i livelli più bassi dal marzo del 2022, poco dopo l’inizio dell’invasione dell’Ucraina. II dollaro ha sfondato labarriera psicologica dei 100 rubli e l’euro quella dei 110 rubli, per poi scendere sotto questa soglia dopo l’annuncio di una riunione straordinaria del board della Banca centrale questa mattina.

Probabilmente, l’unico scopo significativo di questa decisione è prevenire un possibile panico valutario associato all’indebolimento del rublo in luglio-agosto. Altrimenti il trasferimento del tasso di cambio sui prezzi e l’accelerazione delle aspettative di inflazione nell’autunno-inverno costringerebbe la Banca Centrale ad alzarlo ancora di più.

Dai materiali della Banca di Russia, pubblicati da Kommersant,  si deduce che l’aumento dell’inflazione in corso è una conseguenza dell’aumento del costo delle importazioni alle quali i russi non vogliono rinunciare.

Di per sé  l’aumento del tasso non ha alcun significato economico immediato, ma gli eventi simbolici nel mercato dei cambi  possono innescare il meccanismo del panico, noltre, la continua svalutazione del rublo è in grado di aumentare  le aspettative inflazionistiche.

Con un’alta probabilità, l’attuale svalutazione del rublo russo è stata provocata dal ritorno relativamente tardivo di fondi dalle esportazioni di petrolio alla  Federazione Russa nel marzo-giugno 2023, più che a causa dei volumi dell’export e dei suoi prezzi.

Ma lunedì 14 marzo , il consulente economico  di Putin  Maxim Oreshkin denunciava all’agenzia Tass la “line morbida” della Banca Centrale e prevedeva  che  “nei prossimi mesi le partite correnti torneranno ai livelli della seconda metà dello scorso anno” ipotesi non condivisa dalla Banca Centrale.

Alexei Zabotkin,vicepresidente della Banca centrale, la scorsa settimana aveva chiarito che l’ottimo stato della domanda interna si traduce in un aumento della domanda di importazioni al consumo, e questo, con una limitata domanda interna offerta, porta a pressioni sul tasso di cambio, che un aumento delle aspettative inflazionistiche sia un aumento dei prezzi interni.

Ma nel dato inflazionistico c’è molto di più, perché i russi non si fidano dei depositi bancari in rubli, come dimostrato dall’aumento dei tassi per l’acquisto del denaro, e si sono affrettati a ritirare liquidità oltre misura, che genera inflazione come in Occidente, che dovrebbe venir prosciugata proprio conl’aumento dei tassi che, sia pur in misura ridotta, coinvolge Federal Reserve e BCE.

aggiornamento la Guerra di Putin ore 10.15

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