Politica

Femminicidio, FdI: “No alle drag queen nelle scuole” e al Senato scoppia la bagarre

“Noi non siamo al traino di nessuno. Il centrodestra forse semmai ha qualche cosa da insegnare, perché siamo stati noi a introdurre il reato di stalking, siamo noi che abbiamo portato la prima donna alla presidenza del Consiglio. Noi non siamo per le lezioni di educazione a ‘varie cose strane’ fatte della drag queen nelle scuole in rappresentanza di circoli intitolati a personaggi quanto meno imbarazzanti”. Queste parole del capogruppo di Fratelli d’Italia, Lucio Malan, suscitano vive proteste e polemiche da parte delle opposizioni nel corso dell’esame degli ordini del giorno al ddl Roccella contro i femminicidi. Il tema è quello dell’introduzione di un’ora di educazione affettiva/sentimentale a scuola per sensibilizzare i più giovani sul tema della violenza contro le donne. M5s e Avs vorrebbero anche l’ora di sessualità negli istituti superiori. Fratelli d’Italia, assieme agli altri gruppi di maggioranza propone un odg che preferisce parlare di “ora di rispetto” per la “formazione emotivo sentimentale’. Il testo (poi approvato) chiede di “inserire nei programmi scolastici, con il pieno coinvolgimento dei genitori, a partire dalla scuola secondaria di primo grado, l’educazione al rispetto, anche attraverso una formazione emotivo sentimentale, che renda gli individui più consapevoli delle proprie emozioni e delle proprie azioni al fine di creare le condizioni per rapporti umani sentimentali e familiari più sani ed equilibrati”. M5s insiste però per affiancare all’educazione affettiva, nelle scuole secondarie, anche l’educazione sessuale. Altrimenti, avverte la senatrice Alessandra Maiorino (M5s), “ci asteniamo sul vostro emendamento”. Si asterranno anche Pd e Alleanza sinistra e Verdi. La maggioranza è assolutamente contraria tanto che Ivan Scalfarotto (Iv), rivolto a Fdi, osserva: “Avete paura della parole sessuale?”. Il dibattito scalda a tal punto gli animi che dopo le parole di Malan il presidente Ignazio La Russa è costretto a richiamare all’ordine più volte la senatrice M5s Elisa Pirro. Poi sbotta: “Vi prego di rientrare nella logica di questo provvedimento che all’unanimità si è deciso di anticipare in Aula con una deroga decisa da tutti i gruppi anche in considerazione dalla data del 25 Novembre per poterlo approvare”. Bacchettando tutti le forze politiche il presidente aggiunge: “Mi pare che ci possono essere posizioni non coincidenti e senza rivendicare primogeniture”. La Russa esausto per il lungo dibattito sugli odg e i battibecchi ripetuti sull’educazione sentimentale non si accorge di un senatore della Lega che chiede di intervenire e conclude con leggera stizza: “Io non dovevo neanche parlare, la prossima volta chiedetemi la parola prima del mio ‘pistolotto’”…

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