Esteri

Giorgia Meloni parlerà con Biden della “via della seta”? Pechino la mette in guardia da scelte “geopolitiche” 

 

Giorgia Meloni è arrivata nella notte a Washington per incontrare il presidente statunitense Joe Biden, e il rapporto tra Roma e Pechino sarà uno dei temi chiave dell’incontro, soprattutto in vista del rinnovo del memorandum della Nuova Via della Seta (Belt and Road Initiative), che Roma ha siglato con Pechino nel 2019 durante il governo giallo-verde. Gli Stati Uniti non vedono di buon occhio che un membro della Nato aderisca al progetto politico ed economico cinese. La Cina, invece, esercita un pressing su Roma affinché il memorandum venga rinnovato. L’ultimo tentativo è arrivato con un editoriale pubblicato dal Global Times (giornale  del Partito comunista), che titola: “la decisione italiana sulla Belt and Road dovrebbe essere presa senza influenza americana”.Ma a Pechino sanno che in realtà la decisione è ormai presa e quindi importante sarà il modo in cui la decisone viene comunicata. Se dovesse arrivare un annuncio durante la visita negli States, Pechino potrebbe decidere possibili ritorsioni di carattere commerciale. Roma sembra voler rassicurare Pechino. L’Italia intende perseguire con la Cina un rapporto “equilibrato” e di “dialogo responsabile”, spiegano fonti diplomatiche all’Ansa. E le stesse fonti ricordando che Pechino è diventata “interlocutore imprescindibile nelle relazioni internazionali”. L’intenzione di mantenere i canali di comunicazione aperti con Pechino lo dimostra la prossima visita  del ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, il prossimo settembre in Cina.  Alla vigilia della trasferta della premier italiana, gli Stati Uniti hanno espresso la loro posizione sui rapporti tra Roma e il gigante asiatico.“Spetta solo all’Italia decidere se uscire dagli accordi con la Cina e quando”, ha affermato la portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale John Kirby.  “Sempre più Paesi – ha aggiunto – sono arrivati alla conclusione che gli accordi con la Cina possono essere pericolosi”. Lo stesso Global Times scrive; “Ci auguriamo che Giorgia Meloni abbia un atteggiamento sobrio e non si lasci trasportare dalla geopolitica”.L’ambasciatore cinese in Italia Jia Guide sostiene  che dopo la firma del memorandum “il livello strategico dei rapporti bilaterali è aumentato, così come la posizione prioritaria dell’Italia nelle relazioni internazionali cinesi”. Mao Ning, portavoce del ministero degli Affari Esteri, ha dichiarato che “è nell’interesse di entrambe le parti sfruttare ulteriormente il potenziale dell’accordo sulla Belt and Road”, sinora non pienamente espresso.Nel 2019 le esportazioni italiane sono calate per riprendere quota  nel 2020 e nell’ultimo biennio, passando dai 14,5 miliardi di dollari circa ai 18,5 miliardi. Ma nello stesso periodo è aumentato in maniera più netta l’export cinese verso l’Italia.  Dai 34 miliardi di dollari del 2019 agli oltre 50 del 2022. Segnale che la bilancia commerciale  è ancora più sbilanciata.  La ritrosia italiana rispetto ai rapporti con la Cina aveva mostrato i primi segni su telecomunicazioni e spazio già col Conte bis. Per poi ampliarsi a suon di “golden power” col governo Draghi. Con Meloni, lo scetticismo sembra suo malgrado sfociare nella necessità di mostrare affidabilità agli Usa.

GiElle

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