La guerra di Putin

I Paesi della NATO valutano la soluzione più facile per una futura adesione dell’Ucraina all’Alleanza

di Giuliano Longo

 

Gli alleati della NATO stanno valutando un piano che potrebbe rendere più facile per l’Ucraina aderire all’alleanza militare senza dover aderire a Membership Action Plan (MAP), una proposta che potrebbe divenire ufficiale in luglio  nel corso del prossimo vertice  dell’Alleanza in Lituania. I media statunitensi hanno riferito venerdì 16 giugno, che l’idea, avanzata dal segretario generale della NATO Jens Stoltenberg, dovrebbe ottenere il consenso dei Paesi della Alleanza grazie al sostegno alla proposta già garantito da Joe Biden.

La rimozione del MAP accelererebbe la candidatura dell’Ucraina, ma non fornirebbe alcuna garanzia che Kiev riceva l’approvazione unanime di tutti i Paesi dell’Alleanza, necessaria per l’adesione. Il Membership Action Plan (MAP) è un programma NATO di consulenza, assistenza e supporto pratico adattato alle esigenze individuali dei paesi che desiderano aderire all’Alleanza.La partecipazione al MAP non pregiudica alcuna decisione dell’Alleanza sulla futura adesione. La Bosnia-Erzegovina sta attualmente partecipando. Su decisione del Consiglio Nord Atlantico, i paesi che partecipano al MAP presentano  singoli programmi nazionali annuali sui loro preparativi per una possibile futura adesione. Questi riguardano aspetti politici, economici, di difesa, risorse, sicurezza e giuridici.

Il processo MAP fornisce un meccanismo di feedback mirato  sui progressi dei paesi aspiranti nei loro programmi. Ciò include consulenza sia politica che tecnica, nonché incontri annuali tra tutti i membri della NATO e singoli aspiranti a livello del Consiglio Nord Atlantico per valutare i progressi, sulla base di un rapporto annuale. Il MAP è stato lanciato nell’aprile 1999 al vertice di Washington dell’Alleanza per aiutare i paesi che aspirano all’adesione alla NATO. Il processo si è basato in sull’esperienza acquisita con la richiesta di adesione di Cechia, Ungheria e Polonia, che sono diventate membri che, dopo la Guerra Fredda, sono divenuti membri NATO nel 1999. La partecipazione al MAP ha contribuito a preparare altri sette paesi che hanno aderito all’Alleanza  nel 2004 (Bulgaria, Estonia, Lettonia, Lituania, Romania, Slovacchia e Slovenia), nonché l’Albania e la Croazia, che hanno aderito ad aprile 2009. Il Montenegro, che ha aderito al MAP nel dicembre 2009, è diventato membro dell’Alleanza nel giugno 2017.  La Repubblica di Macedonia del Nord, che partecipa al MAP dal 1999, è entrata a far parte della NATO nel marzo 2020.

Sino ad ora alti diplomatici dell’Europa orientale hanno affermato di essere favorevoli alla proposta fra i quali il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius. Ma non c’è l’unanimità poiché alcuni stati hanno sollevato la questione dell’utilità di una tale mossa che non creerebbe alcun vantaggio pratico per l’Ucraina, mentre altri hanno espresso il timore che la potenziale adesione dell’Ucraina possa essere pericolosa perché incentiverebbe la Russia a impegnarsi in un conflitto preventivo. Stoltenberg comunque ha chiarito che l’Ucraina non riceverà un invito ufficiale ad avviare i colloqui di adesione con la NATO al vertice di Vilnius, ma sicuramente saranno presenti osservatori. Come pubblicato da ORE 12 si va realizzando un altro piccolo passo formale, ma di scarso valore pratico, per l’adesione a pieno titolo dell’Ucraina alla NATO. Infatti analizzando le condizioni del MAP è evidente che la collaborazione fra i Comandi militari dell’Alleanza e quelli di ucraini sono in corso già da lungo tempo anche grazie al controllo quasi totale di Washington sulle strategie militari di Kiev. L’addestramento dei militari ucraini è già in corso in molti Paese dell’Alleanza che hanno anche inviato a Kiev specialisti, addestratori e sistemi di intelligence integrati, senza tuttavia che, almeno per ora, possa scattare la clausola dell’intervento collettivo e diretto  dell’Alleanza a favore di un suo membro aggredito. Paradossalmente si va così realizzando, nei fatti quello, che Putin voleva evitare  proprio con la sua cosiddetta “operazione militare speciale”, evitare un altro Paese NATO ai suoi confini. Una prospettiva  che peserà come un macigno non tanto sugli sviluppi bellici del conflitto che rischia di protrarsi per anni, ma sugli eventuali e ancora lontani colloqui di pace.

aggiornamento la Guerra di Putin ore 14.21

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