La guerra di Putin

  La Russia aprirà una nuova filiale della sua ambasciata a Gerusalemme

La Russia prevede di aprire una filiale della sua ambasciata a Gerusalemme, in cambio del riconoscimento dei confini della sua proprietà storica e attuale, dell’appezzamento di terreno su cui verrà costruito l’ufficio, lo hanno annunciato le parti venerdì 16 giugno. La “filiale della sezione consolare dell’ambasciata russa in Israele”,  sarà aperta nel centro di Gerusalemme in collaborazione con il ministero degli Esteri, dopo la firma di un accordo che definisce i confini del lotto. Il ministero degli Esteri israeliano ha affermato che il complesso edilizio includerà una residenza per diplomatici russi e una sala conferenze, il che lo rende più di un normale consolato. La Russia si è affettata ad affermare  che la filiale di Gerusalemme è “in linea con la sua politica del Medio Oriente”. Il vicesindaco di Gerusalemme, Fleur Hassan-Nahoum, ha dichiarato: “Siamo costantemente in trattative con molti paesi diversi per il riconoscimento di Gerusalemme come nostra capitale e per l’apertura di una presenza nella nostra città. Siamo lieti che questo accordo ci avvicini di più a questo obiettivo, con la Federazione Russa”. L’ambasciata russa ha dichiarato: “Crediamo che questo passo serva pienamente agli interessi di un ulteriore rafforzamento delle relazioni amichevoli e sfaccettate tra Russia e Israele, oltre ad essere in linea con il corso immutabile del nostro paese verso un equo accordo in Medio Oriente”. Gli Stati Uniti hanno trasferito la loro ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme, nel 2018. Attualmente ci sono altre tre ambasciate nella capitale: Guatemala, Honduras e Kosovo. Dieci paesi hanno uffici diplomatici a Gerusalemme.

Il ministro degli Esteri Eli Cohen ha dichiarato due settimane fa che l’Ungheriaintende trasformare il suo ufficio commerciale a Gerusalemme in un’ambasciata, rendendola il primo stato dell’UE a farlo;Budapest non ha confermato né smentito, dicendo che è una questione di tempi. Secondo Mosca, l’appezzamento di terreno a Gerusalemme fu acquisito dalla Russia nel 1885 e fu elencato in un “Inventario di tutti i beni immobili russi in Palestina e Siria, ad eccezione della proprietà privata” del console di Mosca Alexander Yakovlev nel 1895. Mosca rivendica dozzine di appezzamenti di terreno in città, alcuni dei quali sono oggetto di controversie legali da anni. Il più noto è il cortile di Alessandro, sede di due chiese e oggetto di una disputa tra le organizzazioni della Chiesa ortodossa russa, una delle quali è sostenuta da Mosca.  L’accordo tra Mosca e Gerusalemme  arriva mentre Israele sostiene con molta cautela l’Ucrainaanche se ha espresso il suo voto a favore di Kiev  lo scorso anno alle Nazioni Unite, inviando sino ad ora  aiuti umanitari e sistemi di allarme missilistico. Tuttavia, nonostante le pressioni di Washington,  Israele finora non ha permesso che i suoi sistemi d’arma andassero in Ucraina, a causa della continua presenza della Russia in Siria e della considerevole comunità ebraica russa. Ricordiamo che, parlando al Forum economico in corso a San Pietroburgo, Vladimir Putin ha affermato di avere molti amici e conoscenti tra gli ebrei i quali parlano dell’attuale presidente dell’Ucraina come di una “vergogna per il popolo ebraico”. Immediatamente l’ambasciatore ucraino in Israele ha chiesto alle autorità israeliane di condannare le parole del presidente russo, in caso contrario verrebbe sospesa la visita prevista in Israele della moglie del presidente ucraino,  Elena Zelenskaya.

Il popolo di Israele – ha dichiarato l’ambasciatore – dovrebbe essere orgoglioso del presidente dell’Ucraina, che è ebreo di nazionalità e difende il suo paese. Se non segue alcuna condanna, la visita di Elena Zelenskaya potrebbe essere annullata”.

Infine,  Tel Aviv sta negoziando con due paesi europei la fornitura di carri armatiMerkava  Ne scrive la stampa israeliana con riferimento al direttore del dipartimento delle esportazioni della difesa del ministero della Difesa israeliano, Yair Koles. Israele fornirà più di 200 carri armati Merkava MK.2 e Merkava Mk.3 a due paesi europei, uno dei quali è “continentale”, ma non all’Ucraina. Si tratta di attrezzature già ritirate dal servizio dopo l’arrivo di nuove modifiche apportate.  Il ministero della Difesa israeliano non nomina due paesi che intendono acquistare questi tank, ma fra questi è esclusa l’Ucraina perché Ministero della Difesa israeliano è categoricamente contrario alla fornitura di armia Kiev, nonostante le ripetute richieste di Zelensky e le pressioni statunitensi.

Come chiarito nel dipartimento militare israeliano, per la potenziale vendita di questi carri armati è necessaria l’autorizzazione di Washington, poiché alcune delle parti in essi contenute sono di fabbricazione americana, ma la stampa israeliana scrive che “(…) l’affare è prossimo alla firma definitiva e dovrebbe concludersi entro tre mesi”.

 

GiElle

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