Esteri

Iran, il ritorno tra gli applausi della campionessa senza velo

 

La folla ha applaudito il ritorno di Elnaz Rekabi tornata in Patria. All’aeroporto internazionale Imam Khomeini fuori Teheran, la appellano come “eroe”, ma l’atleta ribatte: “Non indossare il velo è stato un gesto non intenzionale. Finora, grazie a Dio, non è successo niente”. Rekabi è arrivata a Teheran con la squadra. La scalatrice iraniana ha gareggiato in Corea del Sud senza lo hijab, richiesto alle atlete della Repubblica islamica, ma la ragazza si è scusata su Instagram, spiegando in una storia che il copricapo le è caduto inavvertitamente. Non, quindi, un gesto di protesta, ma un inconveniente “causato dalla tempistica con cui è stata chiamata a gareggiare”. Rekabi è entrata in uno dei terminal dell’aeroporto, ripresa dalle telecamere della televisione di stato, indossando un berretto da baseball nero e una felpa con cappuccio nera che le copriva i capelli. “Sono tornata in Iran e sono serena, anche se avevo molta tensione e stress” ha dichiarato, spiegando anche la dinamica della gara e affermando che si trovava in un’area d’attesa per sole donne prima della sua scalata. “Ero impegnata a indossare le mie scarpe e la mia attrezzatura, e mi sono dimenticata di indossare il mio hijab e poi sono andata a gareggiare”. Rekabi è poi salita su un furgone che ha attraversato la folla che l’acclamava. Non si hanno notizie certe di dove si trovi, adesso, Rekabi. Secondo Iranwire la sportiva sarebbe stata trasferita nella prigione di Evin. La testata ha inoltre affermato che non si hanno al momento notizie del fratello di Elnaz, Davood Rekabi, dopo la sua convocazione presso un ufficio dell’intelligence iraniana.

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