La guerra di Putin

Kiev di nuovo alle prese con il ritiro della Russia dall’accordo sul grano

 

di Giuliano Longo

 

 Luglio e agosto rappresentano l’inizio del raccolto in Ucrainache deve esportare il proprio grano non avendo  problemi a soddisfare i bisogni interni. In questi mesi i traders aumentavano l’esportazione, mentre una parte di esso viene immagazzinata per essere venduta  successivamente.

 

Un anno fa le eccedenze agricole  risparmiate per la primavera non potevano essere esportate a causa del conflitto con la Russia  e a luglio 2022 l’Ucraina aveva più di 20 milioni di ton di prodotto non esportato dalla stagione precedente, mentre era in grado di esportare solo 3 milioni di ton al mese.

 

La situazione fu salvata dalla “iniziativa grano”, che è divenne operativa il 1 agosto 2022. Da allora, più di 30 milioni di tonnellate  sono stati spedite via mare,ma  i russi hanno deciso di ritirarsi da questo accordo come ritorsioneagli attacchi ucraini al ponte di Crimea e probabilmente anche a quelli alla regione confinante di Belgorod e agli atti dimostrativi di droni droni su Mosca.

 

La conseguenza più immediata è che negli Stati Uniti “stiamo già assistendo a un aumento dei prezzi del grano”, ha detto lunedì scorso il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, condannando la decisione della Russia di sospendere le garanzie da cui dipendono i paesi poveri che dipendono dal grano ucraino.

 

Solo che dopo il loro annuncio  i prezzi mondiali dei cereali sono aumentati del 3-4%, ma nel giro di poche ore sono tornati su valori relativamente stabili per i semplice fatto che la Russia ave già intercettato numerosi contratti in passato sottoscritti con Kiev.

 

Inoltre  anche con l’accordo mediato dalla Turchia per il corridoio di transito protetto, l’Ucraina non è stata in grado di soddisfare tutti gli acquirenti, in primis l’Egitto, poiché le navi erano la prese con le lunghe  ispezioni a Istanbul e nel frattempo i noleggiatori hanno risolto i contratti e gli acquirenti hanno rifiutato i carichi.

 

Tuttavia la Scuola di Economia di Kievtrasuda ottimismo ”Non c’è più una reazione così grande sul mercato mondiale alla dichiarazione della Federazione Russa sul ritiro dall’accordo sui cereali, perché stiamo riducendo il nostro ruolo in esso.

Nel 2022, abbiamo prodotto 30 milioni di tonnellate di grano in meno. Nel 2023, il raccolto sarà inferiore a 60 milioni di tonnellate, cioè molto meno. Inoltre, grazie ad altri esportatori, come il Brasile, il mondo non prevede una grande carenza di grano”.

 

Il ministro ucraino degli Esteri Kuleba, ha anche riferito che il sostegno politico dei paesi africani alla Russia dipende dal fatto che in Africa Mosca sta sostituendo i fornitori ucraini.

 

Finora, avendo la possibilità di esportare via mare gli investimenti per il trasporto ferroviario via terra e da alcuni piccoli porti danubiani della Romania che si affacciano sul Mar Nero, sono stati limitati e non è un caso che ieri alcuni piccoli porti ucraini in prossimità del confine con la Romania  siano stati pesantemente bombardati ieri dai russi,

 

Inoltre  le capacità di trasporto delle ferrovie, dei veicoli a motore e dai porti del Danubio sono aumentate  nel corso dell’anno. La ferrovia può trasportare più di 1 milione di tonnellate di grano al mese,  e su gomma più di 600mila tonnellate. I porti del Danubio esportano più di 2 milioni di tonnellate al mese e possono raggiungere i 3 milioni di tonnellate, secondo .

 

Alla fine della fiera, se nel 2022 solo 2 milioni di tonnellate di grano potevano essere esportate ogni mese da tutte e tre le rotte, ferrovia, gomma mare, ora se ne possono esportare  5 milioni.

 

Pertanto, nel 2023, l’Ucraina si è avvicinata al blocco navale con dati  migliori rispetto al 2022 tanto che  gli esperti del Parlamento europeo concordano sul fatto che una catastrofe non accadrà dopo la risoluzione dell’accordo. In ogni caso, a dispetto di queste ottimistiche dichiarazioni , il mare rimane di fondamentale importanza per il funzionamento del mercato grano.

 

In primo luogo, né la ferrovia né il Danubio possono essere paragonati al mare in termini di volumi di trasporto, poiché il carico una nave “marittima” equivale a cinque navi “fiume”.

 

In secondo luogo, il mare è il mezzo di trasporto più economico. Grandi volumi di esportazioni consentono di ridurre i costi della logistica. Anche con i tempi morti nelle code nel Bosforo, il mare è molto più economico dei porti del Danubio, e ancor più che su strada o ferrovia. Più la logistica è costosa, meno soldi ricevono gli agricoltori.

 

Per il presidente Zelensky ”anche senza la Russia, bisogna fare di tutto per poter utilizzare questo corridoio del Mar Nero. Non abbiamo paura. Le compagnie proprietarie delle navi si sono avvicinate a noi. Hanno detto che sono pronte. Se l’Ucraina lascia partire e la Turchia lo farà passare, allora tutti sono pronti a continuare a fornire grano”.

 

Ma il presidente dimentica che a questo punto le navi entreranno nei porti ucraini senza assicurazione, mentre l’accorso sul grano costituiva una garanzia internazionale  per la sicurezza delle navi.

 

Da parte ucraina si sostiene invece  che il trasporto marittimo senza garanzie russe può essere un’opzione realistica se le forze armate di Kiev  si prendono cura della sicurezza.

 

Ottimista il ministro dell’agricoltura ucraina,”li assicuratori soppeseranno questi rischi . Molto dipenderà non tanto dalle Nazioni Unite, ma dalla Turchia e da altri paesi, in particolare Bulgaria e Romania, che sono membri della NATO e che possono, con vari pretesti, garantire la sicurezza di questo corridoio”.

 

Magari, ma Kiev non lo dice, allargando pericolosamente il perimetro del conflitto in corso coinvolgendo proprio paesi Nato per ora piuttosto cauti nei confronti di Mosca .

 

Inoltre secondo Kiev è improbabile che la Russia lanci attacchi missilistici su navi straniere. anche se può sparare missili contro i terminal dove saranno parcheggiate le navi, cosa che sta già facendo. o disseminando mine sul mare già largamente infestato da quelle ucraine.

 

La Turchia è  uno dei maggiori beneficiari del lavoro della “iniziativa grano” perché riceve tasse portuali dal passaggio delle navi attraverso il Bosforo e dirige la sua flotta mercantile verso i porti marittimi ucraini, ecco il motivo per cui Erdogan fa affidamento su un altro tentativo di concordare questo con i russi.

 

Se non fosse che il riavvicinamento di Ankara alla Nato e soprattutto agli USA e il rilascio dei prigionieri del neonazi battaglione Azov tornati in patria, ha notevolmente irritato Putin, che nel frattempo bombarda proprio quei porti ucraini da cui dovrebbero partire le navi del grano…magari senza assicurazione e garantite dalla marina (pressoché inesistente) e dall’esercito di Kiev, E chi si fida…..

 

aggiornamento la Guerra di Putin ore 13.40

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