Politica

La politica si divide su Ghali a Sanremo: le dichiarazioni dei leader

di Viola Scipioni

Durante l’ultima serata del festival di Sanremo, sabato 10 febbraio 2024, il cantante Ghali ha affermato «stop al genocidio», con chiari riferimenti a quanto sta accadendo sulla striscia di Gaza non solo a partire dal massacro del 7 ottobre 2023 ma da quello che sta succedendo da molto prima: «è da quando sono bambino, da quando ho 13-14 anni che ne parlo nelle mie canzoni». È bene ricordare che il termine genocidio significa “sistematica distruzione di una popolazione, una stirpe, una razza o una comunità religiosa” (Treccani).

Il senatore Maurizio Gasparri, esponente di Forza Italia, ha chiesto che la Rai si assuma le proprie responsabilità chiedendo scusa a Israele; sulla stessa linea anche Piero Fassino del Pd che ha dichiarato: «il 7 ottobre Hamas ha massacrato centinaia di giovani che assistevano pacificamente a un festival musicale. Sconcertante che in un evento come Sanremo nessuno lo abbia ricordato». Il vicepresidente della comunità ebraica di Milano e consigliere comunale della medesima città, Daniele Nahum del Pd, ha affermato: «quella di Ghali mi è sembrata una propaganda sterile e a senso unico, senza la possibilità di una replica, quando davanti al teleschermo c’erano milioni di telespettatori, ed è totalmente fuori luogo parlare di genocidio così come non ha senso paragonare la Shoah con quello che sta accadendo a Gaza. Non c’è mai stata la volontà di sterminare i palestinesi bensì quella di continuare un’azione militare che è stata la logica conseguenza dei massacri del 7 ottobre».

Appoggiano Ghali invece i deputati ed esponenti di Verdi e Sinistra Italiana, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni. Il leader del partito ecologista ha ringraziato il cantante milanese, esortando i propri followers di X ad «urlarlo a tutti e tutte», mentre Fratoianni ha scritto: «chiedere la fine di una strage infinita di civili non è diffondere odio, anzi è il contrario. Significa esaltare quei valori di umanità che sono fondamento di uno Stato democratico». Entrambi, comunque, concordano sul fatto che il cantante «non deve chiedere scusa, va applaudito», allineandosi con la maggior parte degli esponenti del M5S.

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