di Giuliano Longo
L’agenzia statale di stampa russa Tass ha pubblicato oggi un’intervista con il direttore della ricerca del Valdai Discust Club, Fyodor Lukyanov (nella foto) dal titolo intitolato “Non contare su grandi accordi”. L’autorevole Valdai Club fondato nel 2004 è un forum internazionale nel quale funzionari del Cremlino, studiosi ed esperti russi e stranieri si incontrano per discutere di questioni internazionali ed è considerato uno strumento utile agli sforzi decennali del Cremlino per influenzare a suo favore la politica occidentale.
Lukyanov che è membro senior del Club è considerato una voce ben informata e autorevole sugli obiettivi della politica estera del Cremlino, sebbene non abbia alcuna posizione ufficiale nel Governo, può vantare un rapporto diretto con Putin e la conoscenza delle sue intenzioni per i futuri negoziati di pace.
La decisione di Tass di sfruttare l’intervista di Lukyanov per smorzare le speculazioni interne sulla possibilità di un accordo di pace nel prossimo futuro, evidenzia tuttavia le possibili posizioni negoziali della Russia rispetto all’Ucraina e agli Stati Uniti.
Secondo l’intervistato la “cosa principale” per i futuri negoziati d sull’Ucraina non sono solo “i “territori” ma soprattutto “cause alla radice” della guerra, che Lukyanov ha indicato nella espansione della NATO in Europa orientale negli anni ’90 e nei primi anni 2000.
Rispetto ai territori ucraini occupati è stato invece ruvidamente tranchant affermando “con i territori, tutto è chiaro: quello che prendi è tuo“, indicando chiaramente che il Cremlino non ha intenzione di compromettere i suoi guadagni territorialinei futuri negoziati di pace.
Questa posizione suggerisce che il Cremlino, prima dei negoziati, voglia dagli Stati Uniti il riconoscimento delle sue rivendicazioni sui territori russofoni di Donbass e, Lugansk e Donetsk coinvolti in una guerra di secessione contro Kiev dal 2014, dando per scontata l’ormai ultra decennale annessione della Crimea
Inoltre ha precisato che la principale richiesta della Russia per futuri negoziati di pace con Trump è “un cambiamento nel panorama della sicurezza nell’Europa orientale. E l’abbandono di una serie di disposizioni su cui si basano l’esistenza e il funzionamento della NATO.” Il che comporterebbe una possibile per “ridurre il livello di presenza militare [della NATO]”, presumibilmente lungo i confini della Russia, anche se è convinto che ciò possa accadere.
Non è la prima volta che il Cremlino accenni alla necessità di futuri negoziati di pace per affrontare le “cause radicali” della guerra in Ucraina Già il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov nel dicembre 2024 denunciò la violazione della NATO degli impegni assunti poco prima della dissoluzione dell’Unione Sovietica avanzando verso est , manifestando un “assorbimento aggressivo” delle aree vicino o confinanti con la Russia.
Putin aveva già presentato una serie di richieste agli Stati Uniti nel dicembre 2021, prima della invasione in Ucraina, che includevano l’impegno NATO a non accettare l’Ucraina o altri paesi come nuovi membri dell’Alleanza o ad espandersi militarmente non solo in Europa orientale come già accaduto, ma anche nel Caucaso meridionale e in Asia centrale.
Il Financial Times (FT) del 10 gennaio, citando un ex funzionario senior del Cremlino e un’altra fonte informata, riferiva che Putin manterrà le sue richieste prebelliche. Le dichiarazioni di Lukyanov confermano che il Cremlino insisterà sulle sue esigenze di sicurezza nei prossimi colloqui con gli americani, colloqui che non sembrano imminenti come è stato confermato da Washington in relazione ad una agenda non ancora confermata e forse neppure abbozzata.
Tornando alle sue affermazioni, Lukyanov è convinto che Trump voglia “scaricare tutti gli ulteriori problemi” dell’Ucraina in Europa poichè “non rispetta” gli stati europei o la NATO nel modo più palese. Aggiungendo”Trump rispetta solo coloro che mostrano fermezza” Quindi ha invitato il Cremlino a “non arrendersi mai i” e essere preparaoi per una conversazione abbastanza dura, facendo attenzione anche ai Bluff (dello stesso Trump), chiedendo a Putin di dimostra la sua determinazione nei futuri negoziati”.