Esteri

  Le Vie della Seta non sono infinite, ma almeno tre

di Giuliano Longo

Le rotte commerciali della via“della seta”sono antiche. Dal II secolo a.C.  al XIV  d.C. collegavano lo scambio di merci fra Oriente e Occidente , fra Asia, Medio Oriente ed Europa sia  via rotte sia terrestri che marittime.

Dopo la caduta di Bisanzio (Costantinopoli) in mano ai turchi e la fine agonica dell’antichissimo impero bizantino (o romano d’oriente) nel 1453, la via terrestre cadde in declino mentre dal 1600 si svilupparono le rotte marittime dominate dalle potenze coloniali europee. Rotte che divennero più lucrative rispetto alla faticosa e pericolosa via terrestre. Questo cambiamento ri-orientò il flusso del commercio globale.

Con la fine del 1800i cambiamenti tecnologici hanno reso gli spostamenti terrestri o integrati terrestri-marittimi molto veloci e sicuri. Per spostamenti di beni oggi si intende sia di merci che di energia  per cui si possono intendere vie su ruota, rotaia, ma anche  oleodotti e gasdotti,che possono percorrere lunghi spazi.

Le rotte via terra sono lucrative e più sicure evitando, ad esempio, i crisi della navigazione come sta avvenendo oggi a causa degliminacce Houti nel Mar Rosso.

Il crollo dell’Unione Sovieticae l’interesse delle ex repubbliche sovietiche ad integrarsi nell’economia globale, ha reso accessibili le rotte via terra più antiche oggi percorribili grazie a tecnologie competitive rispetto ai tempi della navigazione.

A occidentela nascita di un mercato integrato ha reso possibile lo sviluppo dei consumi di circa mezzo miliardo di persone. Ad orientela vertiginosa  crescita cinese ha la necessità di sviluppare mercati per la propria produzione.

L’antica via della seta, che passa  per Siria e Irannon è oggi un percorso auspicabile a casa degli equilibri instabil nella regione, così nel 1993, è partito da Bruxelles il progetto TRACECA  (Corridoio di Trasporto Europa-Caucaso-Asia) particolarmente indirizzato ai paesi caucasici e transcaucasici.

Dall’Europa via Caucaso verso l’Asia centrale, il corridoio intende  collegare il Mar Nero, il Mar Caspio e il Mar Mediterraneo coinvolgendo tra gli altri paesi come Bulgaria, Romania, Georgia, Azerbaijan, Kazakistan.

TRACECA prevede un trasporto integrato fra rotte marittime, ferroviarie, stradali e aeree. Il progetto intende modernizzare o ampliare strade, ferrovie, porti e aeroporti per facilitare un movimento transfrontaliero. Eruota attorno alla collaborazione di governi, organizzazioni internazionali oltre chil  settore privato, sviluppando anche energia e turismo.

La Cina ha invece lanciato nel 2013 la nota One Belt, One Road (OBOR), nota anche come Belt and Road Initiative (BRI). Questa iniziativa prevede due componenti principali, la Silk Road Economic Belt, segmento terrestreche connette le regioni dell’Asia centrale, del Medio Oriente e d Russia e la 21st Century Maritime Silk Roadvia marrittima del ventunesimo secolo).

Questa rotta si estende dal Sud-est asiatico e Sud-Asia, all’Africa e all’Europa, promuovendo il commercio marittimo e la cooperazione economica. Anche questo progetto  prevede grandi investimenti per la costruzione e il miglioramento delle infrastrutture.

L’iniziativa OBOR trova ovviamente resistenze in Occidente“preoccupato” per le implicazioni geopolitiche in un mondo ormai policentrico , mentre i sostenitori la considerano una forza  per lo sviluppo e la cooperazione globali.

Per quanto riguarda l’Italia, dopo una iniziale adesione, l’attuale governo  ha abbandonato il progetto della Silk Road su esplicite pressioni degli Stati Uniti e l’orientamento acclarato della UE.

Ma c’è un’altra via caldeggiata dall’Occidente. IlMiddle Corridor che traccia un percorso alternativo a quello marino promuovendo l’integrazione  tra Kazakistan e Georgia che oltre che ai vantaggi economici, assumerebbero anche una nuova  rilevanza strategica.

Obiettivo che negli ultimi anni, e ancor più dopo il conflitto ucraino, stanno perseguendo gli Stati uniti nel tentativo di circondare la russia di Putin con un semi anello che va dal Baltico alle enormi steppe petrolifere ed energetiche del Kazakistan.

In conclusione le vie già esistono, alcune parzialmente attive altre in progetto che non coinvolgono più la sola Europa, ma vanno diritti al cuore dell’Asia Centrale, sempre che la Russia, che considera quelle repubbliche ancora sotto la sua area di influenza e la Cina che da tempo corteggia quegli Stati, assistanoindifferenti alle strategie di USA e UE. Russia e Cina che stanno già consolidando la loro presenza in Africa.

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