“Abbiamo assistito ad attacchi di droni russi, con la risposta della contraerea così spettacolare da sembrare un film, e poi c’è stato il bombardamento della flotta russa che ha colpito degli edifici residenziali, ma per fortuna erano già stati evacuati e quindi non ci sono vittime. Per il resto, la vita prosegue come prima: la gente non lascia più la città come all’inizio e hanno riaperto vari negozi, locali e ristoranti. C’è però una novità: da qualche giorno la marina russa attacca i settori della difesa lungo la costa, forse per valutare la capacità di risposta dei sistemi missilistici”. Ugo Poletti è il direttore del portale Odessa Journal e dalla città che si affaccia sul mar Nero riporta all’agenzia Dire un quadro di “relativa normalità”.
“Eccezion fatta per la prima giornata – dice il giornalista – in cui gli attacchi sono continuati dall’alba all’una circa del pomeriggio, si registrano sporadici missili su obiettivi militari. La città non è assediata, le vie di accesso sono libere, si può raggiungere in macchina la Moldavia e la Romania, e prendere ancora il treno notturno per L’viv (Leopoli). I supermercati sono riforniti di tutto – non si trova solo birra e super alcolici – e volendo si può fare una passeggiata in città, ad eccezione del centro storico, che ospita il municipio e i principali monumenti come il teatro dell’Opera, blindato dai militari”.
Secondo Politi, la maggior parte della popolazione non è intenzionata a partire né a mostrarsi intimorita da Mosca. La “sensazione di minaccia” pesa nell’aria, ma ci sono anche “tanti che non credono realistico un attacco russo, con un destino analogo a città come Kiev, Mariupol o Kharkiv”. Ciò non toglie che la macchina della solidarietà e delle difese sia a regime, assicura Politi: “Chi non è riuscito ad arruolarsi nel corpo di protezione cittadino lavora senza sosta per raccogliere scorte o cucinare pasti per le truppe. Si cuciono teli mimetici e fabbricano sacchetti di sabbia. C’è anche chi trasporta aiuti a sue spese.In questi giorni, si comprano biglietti online per lo zoo di Nikolaev: ovviamente nessuno ci andrà, serve a consentire ai gestori di continuare a comprare il cibo per gli animali“.
Che nell’area di Odessa la normalità sembra intenzionata a resistere lo dimostra anche una notizia riportata proprio sul portale diretto da Politi: i contadini hanno iniziato la semina e già il 3% dei terreni è stato raggiunto. “Se non ci sono scontri e l’accesso ai campi è possibile, lavoriamo. Non mancano attrezzature e autisti dei trattori. Faremo ogni sforzo per garantire che il raccolto abbia luogo”, ha detto Denis Tkachenko, capo dell’Unione locale degli agrari.
aggiornamento la Guerra di Putin ore 11.47