Politica

Regionali e Ferragni, tra FdI e Lega volano gli stracci

 

di Viola Scipioni

 

Matteo Salvini e la sua Lega sono in crisi. E questo non lo dimostrano soltanto i recenti sondaggi, che vedono il partito appena all’8,8% (YouTrend/Supermedia, 28 dicembre 2023), ma anche le recenti dichiarazioni dello stesso Salvini in termini di posizionamento rispetto all’esecutivo guidato dalla sua compagna di coalizione Giorgia Meloni. La strategia di Salvini sembra essere quella di cercare di portare al suo partito il maggior numero degli elettori del partito di FdI, motivo per il quale negli ultimi mesi sembrano esserci stati più malintesi che affinità: la pressione da parte della Lega sulla legge di Bilancio, aumentata poi sul forte “no” per il Mes è solo uno dei tanti esempi che è possibile riportare in tale ambito. Più di recente, si parla delle imminenti elezioni regionali, che stanno portando il leader del Carroccio a porre parecchi grattacapi a Meloni: il centrodestra attualmente governa nella maggior parte delle regioni italiane e i Presidenti uscenti rappresentano gli equilibri politici risalenti al 2019, anno in cui la Lega era al suo massimo splendore. Il partito di Meloni preme affinché vengano proposti volti nuovi, molti dei quali sicuramente dalle proprie fila; la Lega, invece, difende il principio di riproporre i Presidenti uscenti, che non a caso appartengono al partito di Salvini. Per capire in che modo si svilupperà la situazione, è necessario riporre l’attenzione alla Sardegna, regione nella quale il leader uscente è Christian Solina (Lega), notando come, per il momento, Meloni abbia proposto in maniera autonoma la figura di Paolo Truzzu, senza essere disposta a compiere dei passi indietro a riguardo.

Non manca poi la componente leggera ad appesantire la situazione. Le recenti dichiarazioni di Salvini sul caso Ferragni-Balocco differiscono completamente da quanto palesato da Meloni a riguardo. Se sul palco di Atreju il Presidente del Consiglio ha criticamente attaccato Ferragni (che nel frattempo è ufficialmente indagata per truffa aggravata per il caso dei pandori Balocco), dichiarando che i veri influencer «non sono quelli che fanno soldi a palate promuovendo carissimi panettoni facendo credere che si farà beneficenza», dal canto suo Salvini ne ha preso le distanze, affermando come sia «chiaro che il Paese non dipende da Chiara Ferragni». Inoltre, il leader del Carroccio auspica «che la politica abbia cose più importanti di occuparsi di pandori», sottolineando come a lui non piaccia «l’accanimento a prescindere su qualcuno che è in difficoltà». Insomma, un agglomerato di idee dissonanti tra loro che mostrano da un lato un partito che cerca di mantenere il controllo e dall’altro uno schieramento che cerca di strappargli più consensi possibili. Entrambi, comunque, sull’onda della campagna elettorale in vista delle regionali e delle europee.

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