Politica

Salvini su Draghi: “Il problema non è il nome ma cosa farà”

“Il problema, non è il nome della persona. E io l’ho anche detto a questa persona. Il punto è che cosa vuole fare e con chi”. Lo dice il leader della Lega, Matteo Salvini, in una intervista al Corriere della Sera a proposito della convocazione di Mario Draghi oggi al Quirinale da parte del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

“Noi – spiega Salvini – abbiamo cinque priorità. E su queste decideremo. Come le dicevo, il punto non è il nome della persona. È lui che ci deve dire che cosa intende fare. Per noi, si possono approvare rapidamente i decreti su queste priorità, e poi andare al voto a maggio o giugno. Entro l’11 aprile si può concludere il lavoro di approvazione delle misure urgenti per il Paese”.

“Per prima cosa – sottolinea – un impegno a non aumentare in alcun modo le tasse. No alla patrimoniale, no agli aumenti dell’Imu. Chiunque voglia governare con la Lega, si chiami Draghi, Cartabia o Cottarelli, deve saperlo. E flat tax al 15 per cento e pace fiscale sulle cartelle esattoriali. Le parole chiave sono lavoro, tasse e pensioni. No assoluto alla fine di quota cento. Qui rischiano di saltare due milioni di posti di lavoro, non si può pensare di tornare alla Fornero. Un piano di apertura dei cantieri e un piano di rilancio delle infrastrutture che noi abbiamo dettagliato nel nostro Recovery plan. Infine, non per ultimo, un serio piano salute. Con Domenico Arcuri che va a raccogliere le margherite e della salute si occupano persone valide”.

“Qui si sono perse tre settimane, i ministri di Renzi si sono dimessi il 13 gennaio. Significa che nel mezzo della pandemia abbiamo perso tre settimane per colpa di Conte e Renzi. In secondo luogo, il centrodestra si muoverà compatto, siamo già d’accordo. Non andremo in ordine sparso e sceglieremo il meglio per gli italiani. Ma sia chiaro che per ragionare con chiunque, non firmeremo una cambiale in bianco. Se qualcuno non è d’accordo, amici come prima. E poi, ci vorrebbe un termine. Io vorrei festeggiare il primo maggio con un governo che lavora per cinque anni”.

“Io temo – sottolinea Salvini – che qualcuno abbia fornito dati non corretti al presidente della Repubblica. Mi riferisco alla possibilità di un aumento dei contagi in occasione delle elezioni. In Portogallo, l’ultimo Paese andato al voto, il 24 gennaio giorno delle elezioni i nuovi contagiati erano 11.721.

Una settimana dopo, i contagiati erano circa la metà, 5.805 persone. E anche la Romania è andata alle urne senza aumenti. Ma c’è anche un altro argomento forte…Il governo ha fissato le elezioni in Calabria l’11 aprile, la domenica dopo Pasqua. O c’è qualcuno che ha deciso di condannare a morte il popolo calabrese, o non mi spiego…Peraltro andranno al voto anche 1.300 Comuni tra cui cittadine come Roma, Milano, Torino, Napoli, Bologna…Saranno chiamati alle urne 20 milioni di italiani. Se possono essere 20 milioni, io credo possano essere anche sessanta. Ricordo che nessuno vieta che a Camere sciolte il Parlamento possa approvare dei decreti”.

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