Esteri

Scholz, deportazione per chi alimenta l’odio (islamista) anche online

I numerosi atti di violenza che hanno scosso l’opinione pubblica e la crescente popolarità dell’estrema destra tedesca, hanno convinto la cancelliera a deportare i migranti che commettono reati.

“Mi indigna quando qualcuno che ha trovato protezione qui commette il più grave dei crimini,” aggiungendo tra gli applausi, che i migranti violenti “non hanno nulla a che fare con la Germania. Questi criminali dovrebbero essere deportati, anche se provengono dalla Siria o dall’Afghanistan“.

Affermazioni perentorie che non provengono da chiassose birrerie dove si radunano i neonazi di Alternativa per la Germania (AfD), ma dal cancelliere socialdemocratico Olaf Scholz al Reichstag di Berlino. Un quello stesso Olaf che ha trascorso anni a difendere le politiche migratorie aperte del suo paese

Come molti politici di sinistra anche lui fiuta l’aria e cavalca l’onda della indignazione pubblica per l’aumento degli omicidi e di altre violenze attribuite dalle autorità a stranieri.

Mentre il sostegno elettorale alla coalizione di Scholz sprofonda, il cancelliere sta cercando di affrontare il forte aumento dei richiedenti asilo in Germania che viene associato all’aumento della criminalità.

La scorsa settimana il governo ha approvato disegno di legge che consente l’espulsione degli stranieri che elogiano atti di terrorismo e altre violenze, anche se lo fanno solo sui social media.

Una risposta all’omicidio di un agente di poliziotto da parte di un sospettato afghano avvenuto proprio poco prima delle elezioni europee. Dopo l’attacco, alcuni fanatici islamisti hanno elogiato il crimine sui social  alimentando l’indignazione popolare.

Il piano del governo è uno sforzo, probabilmente inutile, per contrastare l’ascesa dell’AfD che questi crimini enfatizza quotidianamente , mentre i socialdemocratici hanno ottenuto il peggior risultato della loro storia Evidentemente il Cancelliere oltre all’aria che tira in Germania fiuta anche quella della vicina Francia dove il Rassemblement National di Marine Le Pen ha trionfato al primo turno alle elezioni per l’Assemblea Nazionale.

Eppure la Germania rimane uno dei paesi più sicuri d’europa, se non del mondo, ma è la percezione popolare che cambia le carte. Un sondaggio condotto subito dopo le elezioni europee dimostra che la sicurezza personale è al primo posto nelle preoccupazioni dei tedeschi per il il 74% per un futuro aumento della criminalità..

La settimana scorsa un ventenne tedesco, che stava accompagnando la sorella dopo il ballo di fine anno del liceo nel nord-ovest del paese, è stato picchiato a morte, presumibilmente da un siriano diciottenne.

Due giorni dopo, un siriano armato di machete ha scatenato una rissa in una cittadina nello stato sud-occidentale del Saarland, poi giovedì scorso un somalo di 24 anni avrebbe accoltellato un uomo davanti a un bar di Amburgo, ferendolo gravemente.

Sebbene tale violenza non sia particolarmente sorprendente in un paese di 83 milioni di abitanti, le statistiche governative mostrano una correlazione tra alti livelli di migrazione e aumento della criminalità.

Il numero di reati in Germania è aumentato di circa il 6% lo scorso anno rispetto al 2022, con le autorità che attribuiscono l’aumento agli alti livelli di migrazione. Mentre gli stranieri che costituiscono il 15% della popolazione tedesca, fanno registrare il 41% di tutti i crimini nel 2023. 

Gran parte dell’attenzione della stampa tedesca di recente si è concentrata su un forte aumento degli accoltellamenti che con un aumento del 40% dal 2021 al 2023, hanno coinvolto 14.000 aggrediti

 

Non è chiaro se il disegno di legge sulle espulsioni verrà approvato dal parlamento, poiché il partito dei Verdi teme che la riforma costituisca una violazione della libertà di parola prevista dalla costituzione. Inoltre anche se il parlamento lo approvasse, è improbabile che riesca a frenare l’incitamento all’odio online di matrice islamica.

Infatti gli islamisti più in vista del paese non sono migranti, ma cittadini tedeschi che non possono essere deportati, così come i migranti che hanno ottenuto l’ asilo per i motivi previsti dalla legislazione. 

Gli unici che potrebbero venir deportati sono gli stranieri con visti standard che potrebbero essere rimandati a casa solo se provengono da paesi che la Germania ha ritenuto sicuri; Siria e Afghanistan non sono sulla lista. 

Tali complicazioni spiegano in parte perché Scholz l’autunno scorso aveva promesso deportazioni “su larga scala”, ma non ha mantenuto la promessa. Sebbene il numero di deportazioni sia aumentato del 30% nel primo trimestre di quest’anno, il totale è stato di sole 4.700 persone. A questo ritmp ritmo, alla Germania servirebbero più di due anni solo per smaltire l’arretrato di persone destinate a un rapido rimpatrio.

Attualmente in Germania ci sono circa 230.000 persone  passibili di estradizione cui il governo ha concesso lo status di “tollerato” e solo 45.000 sono destinati all’estradizione immediata, di questi solo il 6% provengono da Afghanistan e Siria. 

Scholz ha anche cercato di concludere accordi con paesi come l’Uzbekistan, ma questo sforzo ha suscitato scetticismo da parte dei costituzionali tedeschi. È ormai chiaro che qualsiasi mossa del governo per far passare tali estradizioni, incontrerà sfide legali che ritarderanno l’iniziativa o la faranno fallire del tutto.

Balthazar

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