Politica

Ucraina, Meloni: “Salvini e Orban? In entrambi i casi contano le decisioni e i voti”

 

Via libera, dalla Camera dei Deputati, alla risoluzione della maggioranza, in merito alle comunicazioni della premier, Giorgia Meloni, in vista del Consiglio Ue. Approvate anche alcune parti delle mozioni delle opposizioni, votate per parti separate.

Ai banchi del governo, oltre la premier, c’erano il Ministro degli Esteri Antonio Tajani, della Giustizia Carlo Nordio, della Difesa Guido Crosetto, del Made in Italy Adolfo Urso e della Cultura gennaro Sangiuliano. Subito dopo è arrivato anche il Vicepremier e Ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Matteo Salvini, che ha lasciato l’emiciclo dopo essersi seduto per qualche minuto a fianco della premier.

“Mi si dice di parlare con Orban e con Salvini per chiarire il sostegno all’Ucraina. In entrambi i casi contano le decisioni e i voti. Il governo italiano ha una posizione chiara e in Ue”, peraltro, “siamo riusciti a garantire la revisione del bilancio pluriennale che consente di sostenere l’Ucraina per i prossimi 4 anni”. “Quando io parlo con le persone con cui ho buoni rapporti porto a casa dei risultati”.

Così la premier, Giorgia Meloni, durante la replica alla Camera.

La premier si è rivolta al Pd, esortando i deputati dem a fare la stessa cosa sull’Ucraina, con il M5S: “In alcuni casi quando io parlo con persone con cui ho buoni rapporti – e non avevo bisogno di farlo con il ministro Salvini – è possibile che io porti a casa dei risultati, se voi provate a parlare con i vostri alleati del M5s e fate questo miracolo l’Ucraina vi sarà grata”, ha detto.

Rispondendo al deputato dem Piero De Luca, Meloni ha detto: “Mi pare ci sia una questione maggiore nel famoso campo largo. Non parlo solo della posizione molto chiara e cristallina del M5s, ma anche dell’ambiguità di che spiega a noi cosa dobbiamo fare e poi si astiene sull’invio delle armi all’Ucraina”.

“Al collega Provenzano voglio dire: fermo restando che si sa che secondo me si deve parlare con tutti, c’è differenza fra Abdel Fattah al-Sisi e Valdimir Putin. Putin ha invaso una nazione vicina: è la ragione per cui stiamo cercando di dare una mano all’Ucraina”.

“Putin durante il G20 sosteneva una tesi del tipo: noi vorremmo la pace ma non la vogliono gli altri e gli ho risposto: è molto facile, ritiri le truppe è avrà la pace come lei ha voluto la guerra”, ha detto ancora Meloni.

“Per questo continuo a ritenere che quello che stiamo facendo è propedeutico a una pace a meno che non si intenda l’idea che è meglio vivo sotto una vita dura” ma, ha concluso la premier, “su questo non sono d’accordo, è una posizione che fa strali di secoli di storia europea”.

Momenti di bagarre si sono verificati, in Aula, quando la premier ha accusato le opposizioni di “ambiguità” anche in merito all’invio di armi a Kiev: dai banchi del Pd è partito un coro di proteste, con alcuni deputati che si sono alzati e hanno urlato: “Non è vero!”. La premier, però, ha proseguito a parlare, alzando la voce e rimarcando “la chiarezza” espressa dal suo governo sulle tematiche riguardanti le guerre in corso. Ma i parlamentari di centrodestra si sono alzati per battere le mani, in modo da coprire le proteste del centrosinistra.

“Permettetemi di unirmi al ricordo di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. Ricorrono i 30 anni dall’agguato che ha spezzato le loro vite. Ilaria Alpi è una delle donne che ho citato nel mio discorso di insediamento alle Camere, il suo coraggio è il coraggio delle donne italiane e a lei dobbiamo essere tutti grati, in particolare le donne”, ha aggiunto Meloni.

“Considero preoccupante che il Senato accademico dell’Università di Torino scelga di non partecipare al bando per la cooperazione scientifica con Israele. E lo faccia dopo un’occupazione da parte dei collettivi. Se le istituzioni si piegano a questi metodi rischiamo di avere molti problemi”, ha continuato.

“È importante ricordare chi ha scatenato il conflitto. Ma penso anche ci siano alcune cose che vanno fatte. Sulle quali anche l’Italia cerca di avere una posizione chiara. Particolarmente per quello che sta accadendo a Gaza. Temiamo un crescente isolamento di Israele. Anche nell’interesse di Israele occorre ribadire con chiarezza la nostra contrarietà a un’operazione militare di terra a Rafah che potrebbe avere effetti catastrofici”.

“Non sono d’accordo” con il leader di Sinistra Italiana (Si), Nicola Fratoianni, “sul tema del ripristino immediato dei fondi a Unrwa: finché non è stata fatta piena luce sull’utilizzo delle risorse, non si deve fare questo errore. Non significa non occuparsi dei civili a Gaza: mentre noi sospendiamo i fondi a Unrwa, altre associazioni operano, abbiamo trasferito 20 milioni di euro a Croce Rossa e Mezzaluna Rossa. E oggi stiamo per stanziare ulteriori risorse per Food for Gaza per coordinare meglio gli aiuti”, ha proseguito la premier.

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