Economia e Lavoro

Unione Europea e legge sulla salute del suolo, Cia agricoltori la promuove, ma chiede più contrasto al depauperamento

 

Cia-Agricoltori Italiani, fin dalla sua pubblicazione del 15 luglio, ha accolto con favore la direttiva della Commissione sul monitoraggio e la resilienza del suolo, arrivata dopo molti anni di attesa, ma ritiene che il testo abbia bisogno di ulteriori modifiche per essere considerato del tutto soddisfacente, soprattutto nel contrasto al depauperamento dei terreni fertili e dei servizi ecosistemici che questi forniscono. La direttiva è, infatti, attualmente carente nelle azioni concrete mirate al contrasto dell’impermeabilizzazione del suolo e non prevede l’obiettivo per gli Stati membri di consumo netto di suolo pari a zero entro il 2050.

Secondo Cia, la corretta gestione del suolo -la risorsa più limitata di cui disponiamo- è una sfida che non può più essere elusa, anche per il fondamentale contributo alla battaglia contro gli effetti del climate change. Sono stati questi i temi cardine della discussione che si è tenuta a Bruxelles nell’ambito dell’audizione pubblica organizzata dai relatori della Commissione Ambiente del Parlamento Ue, alla quale ha partecipato per Cia il vicepresidente nazionale, Matteo Bartolini.

Se per Cia è positiva una legge che abbia per obiettivo una gestione sostenibile del suolo europeo, che è alla base della produzione agricola e della capacità degli agricoltori di ricavare reddito, è ora necessario un confronto con tutti gli stakeholder per apportare le giuste migliorie, tenendo conto delle conseguenze delle azioni messe in campo in ogni comparto.

In particolare, è indispensabile che la legge non comporti ulteriori oneri amministrativi per le imprese agricole e non abbia implicazioni negative sulla produzione agricola e sulla sostenibilità finanziaria e sociale delle aziende. Allo stesso tempo, si ritiene che debba essere complementare con la Politica Agricola Comune, che già contiene ampiamente il principio di gestione sostenibile del suolo.

Cia rileva, infine, che debbano essere modificati i criteri di certificazione di salute del suolo, attualmente troppo selettivi e penalizzanti, che non riflettono la complessità delle realtà agronomiche dei diversi territori Ue.

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