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  Comunità energetiche, con la pubblicazione del Decreto l’energia sarà più democratica

 

Le comunità energetiche rinnovabili (Cer) sono uno straordinario strumento di democratizzazione dell’energia: svilupparle significa disseminare la produzione energetica nel nostro Paese, ridurre la dipendenza di Paesi terzi, ridurre significativamente l’uso delle fonti fossili.

In ultima analisi, quindi, con le Cer si può finalmente attuare in modo significativo la transizione energetica, dal basso e capillarmente.

Questo anche grazie, finalmente alla pubblicazione, il 24 gennaio 2024, del decreto che favorisce la crescita e lo sviluppo delle Comunità Energetiche Rinnovabili (Cer) e dell’autoconsumo.

Nel drecreto sono stati finalmente inseriti anche gli incentivi per lo sviluppo delle Cer: vi invitiamo a leggere questo articolo per i dettagli.

Ma cosa sono le Comunità energetiche e rinnovabili e quali sono i loro benefici?

Vi riportiamo qui di seguito una serie di domande che il Ministreo dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha pubblicato, per chiarire ogni dubbio a riguardo.

Cosa è una Comunità Energetica Rinnovabile?

Una Cer è un insieme di cittadini, piccole e medie imprese, enti territoriali e autorità locali, incluse le amministrazioni comunali, le cooperative, gli enti di ricerca, gli enti religiosi, quelli del terzo settore e di protezione ambientale, che condividono l’energia elettrica rinnovabile prodotta da impianti nella disponibilità di uno o più soggetti associatisi alla comunità.

In una Cer l’energia elettrica rinnovabile può esser condivisa tra i diversi soggetti produttori e consumatori, localizzati all’interno di uno medesimo perimetro geografico, grazie all’impiego della rete nazionale di distribuzione di energia elettrica, che rende possibile la condivisione virtuale di tale energia.

Qual è l’obiettivo di una Cer?

L’obiettivo principale di una Cer è quello di fornire benefici ambientali, economici e sociali ai propri membri o soci e alle aree locali in cui opera, attraverso l’autoconsumo di energia rinnovabile.

Quali sono gli ulteriori vantaggi per il Paese della diffusione delle Cer?

Le Cer sono uno strumento in grado di contribuire in modo significativo alla diffusione di impianti a fonti rinnovabili, alla riduzione dell’emissione di gas serra e all’indipendenza energetica del Paese.

Come si costituisce una Cer?

Per prima cosa è necessario individuare le aree dove realizzare gli impianti alimentati da fonti rinnovabili e gli utenti con cui associarsi e condividere l’energia elettrica.

È poi necessario costituire legalmente la Cer, sotto forma di associazione, ente del terzo settore, cooperativa, cooperativa benefit, consorzio, organizzazione senza scopo di lucro etc, ossia dotare la Cer di una propria autonomia giuridica attraverso una qualsiasi forma che ne garantisca la conformità con i principali obiettivi costitutivi.

Ogni Cer è, pertanto, caratterizzata da un atto costitutivo e uno statuto. L’adesione di un consumatore di energia o di un produttore di energia rinnovabile può avvenire nella fase di costituzione legale della Cer, ovvero in una fase successiva, secondo le modalità previste negli atti e negli statuti delle stesse Comunità.

Le grandi imprese possono far parte di una Cer?

No, le grandi imprese non possono essere membri di una Cer ma possono far parte di un gruppo di autoconsumatori rinnovabili.

Chi aderisce alla Cer ha dei vincoli sulla fornitura di energia elettrica?

Tutti i partecipanti alla Cer – che siano consumatori finali di energia elettrica o autoconsumatori (ossia consumatori che possiedono un impianto di produzione da fonte rinnovabile e che producono energia per sé stessi e per i componenti della Cer) – mantengono i loro diritti di clienti finali, compreso quello della scelta del fornitore di energia elettrica e hanno la facoltà di uscire dalla Comunità quando lo desiderano, secondo le regole e le indicazioni contenuti nello statuto. Le stesse facoltà di ingresso e di uscita sono altresì garantite ai produttori da fonte rinnovabile.

Chi può far parte di una Cer?

Una Cer è una comunità che aggrega produttori da fonti rinnovabili e consumatori di energia. È quindi possibile partecipare in qualità di:

  • produttore di energia rinnovabile, soggetto che realizza un impianto fotovoltaico (o di altra tipologia)
  • autoconsumatore di energia rinnovabile, soggetto che possiede un impianto di produzione da fonte rinnovabile e che produce energia per soddisfare i propri consumi e condividere con il resto della comunità l’energia in eccesso
  • consumatore di energia elettrica, soggetto che non possiede alcun impianto di produzione di energia, ma che ha una propria utenza elettrica, i cui consumi possono essere in parte coperti dall’energia elettrica rinnovabile prodotta dagli altri membri della comunità. Rientrano in tale casistica anche i clienti cosiddetti “Vulnerabili” e le famiglie a basso reddito

Quali tipologie di impianti Fer possono far parte di una Cer? Solo gli impianti fotovoltaici?

Tutti gli impianti alimentati da fonti rinnovabili possono essere inseriti in una Cer come unità di produzione. Sono quindi inclusi gli impianti fotovoltaici, ma può essere inserito nelle Cer qualunque tipo di impianto rinnovabile, a titolo esemplificativo e non esaustivo, idroelettrico, eolico, biogas, biomasse solide…

Quali sono i principali requisiti degli impianti di produzione che possono accedere alle Cer?

Per poter accedere agli incentivi previsti per le Cer gli impianti di produzione da fonte rinnovabile devono avere potenza non superiore a 1 MW. Tali impianti sono generalmente di nuova costruzione, anche se possono far parte di una Cer impianti già realizzati, purché entrati in esercizio successivamente alla data del 16 dicembre 2021 (data di entrata in vigore del D.lgs. 199/2021) e comunque successivamente alla regolare costituzione della Cer.

Inoltre, ai fini dell’accesso ai benefici previsti dal Decreto di incentivazione, gli impianti non devono beneficiare di altri incentivi sulla produzione di energia elettrica.

Esiste un vincolo relativamente alla posizione geografica dei produttori e dei consumatori membri della stessa Cer ai fini dell’accesso agli incentivi?

Si, esiste un vincolo geografico. Tutti i consumatori e tutti i produttori devono essere ubicati nell’area geografica i cui punti di connessione alla rete elettrica nazionale (Pod) sono sottesi alla medesima cabina elettrica primaria.

Come posso verificare il suddetto vincolo geografico della medesima cabina primaria di appartenenza?

Sul sito istituzionale del Gse è presente un portale con la mappa interattiva delle cabine primarie presenti sul territorio nazionale. Su tale sito è possibile:

  • avere una informazione grafica, basata su geolocalizzazione, dell’area sottesa ad una medesima cabina primaria
  • verificare il codice della cabina primaria di una determinata posizione geografica individuata dall’indirizzo e Cap

Quali sono gli incentivi statali previsti per la costituzione delle Cer?

Per tutte le Cer sono previsti incentivi sull’energia autoconsumata sotto due diverse forme:

  1. una tariffa incentivante sull’energia prodotta da Fer e autoconsumata virtualmente dai membri della Cer. Tale tariffa è riconosciuta dal Gse – che si occupa anche del calcolo dell’energia autoconsumata virtualmente – per un periodo di per 20 anni dalla data di entrata in esercizio di ciascun impianto Fer. La tariffa è compresa tra 60 €/MWh e 120€/MWh, in funzione della taglia dell’impianto e del valore di mercato dell’energia. Per gli impianti fotovoltaici è prevista una ulteriore maggiorazione fino a 10 €/MWh in funzione della localizzazione geografica
  2. un corrispettivo di valorizzazione per l’energia autoconsumata, definito dall’Arera – Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente. Tale corrispettivo vale circa 8 €/MWh

Inoltre, tutta l’energia elettrica rinnovabile prodotta ma non autoconsumata resta nella disponibilità dei produttori ed è valorizzata a condizioni di mercato. Per tale energia è possibile richiedere al Gse l’accesso alle condizioni economiche del ritiro dedicato.

Infine, per le sole Cer i cui impianti di produzione sono ubicati in Comuni con una popolazione inferiore a 5.000 abitanti, è previsto un contributo in conto capitale, pari al 40% del costo dell’investimento, a valere sulle risorse del Pnrr.

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