La guerra di Putin

Mosca e Kiev impegnati a bloccare Telegram

 

Il 21 agosto, gli utenti russi hanno segnalato interruzioni diffuse che hanno interessato Telegram, WhatsApp, il social network VK e vari altri siti web e app.

Le autorità russe hanno attribuito le interruzioni a un  attacco informatico. Tuttavia, l’incidente è avvenuto poco dopo che l’ app di messaggistica Signal è stata bloccata in tutto il paese all’inizio di questo mese .

Le ultime interruzioni hanno avuto ripercussioni anche su Wikipedia, il motore di ricerca Yandex, la piattaforma di gioco Steam, il servizio di streaming Twitch, Skype, Discord e molti altri servizi.

Downdetector, un servizio che registra i reclami degli utenti sulle interruzioni di app e servizi online, ha registrato un picco nelle interruzioni il 21 agosto,sebbene i reclami su Telegram e WhatsApp fossero diminuiti entro le 15:30 ora locale.

Roskomnadzor,l’agenzia russa di controllo delle comunicazioni e censura ha dichiarato  che i problemi sono stati causati da un attacco DDoSsu larga scala, che secondo loro è stato respinto alle 15:00.

I commenti sul sitor hanno indicato che Telegram ha avuto interruzioni anche in Kazakistan e Uzbekistan, mentre i problemi di WhatsApp sono stati segnalati solo da utenti russi. Alcuni hanno notato che i servizi erano accessibili quando si utilizzando una VPN.

Mikhail Klimarev, direttore della ONG anti-censura Internet Protection Society («Общество защиты интернета»), ritiene invece che non sarebbe possibile portare a termine un attacco DDoS che colpisca “tutti gli operatori in Russia”:

Klimarev ha tuttavia  suggerito che le autorità russe potrebbero tentare di bloccare le app di messaggistica e ha spiegato le interruzioni in Asia centrale osservando che il transito di rete verso quei paesi passa attraverso la Russia.

Telegram, fondata dall’imprenditore di origine russa Pavel Durov eda suo fratello Nikolai, ha sede negli Emirati Arabi Uniti. WhatsApp, co-fondata dall’imprenditore ucraino-americano Jan Koum, è di proprietà della società madre di Facebook, Meta Platforms. Queste piattaforme rimangono  disponibili ai cittadini russi aggirandola censura governativa.

Nel 2022, Mosca  definito la società madre di WhatsApp, Meta Platforms, come un’organizzazione “estremista”e i servizi Meta come Facebook e Instagram sono stati successivamente vietati in Russia, sebbene sia ancora possibile accedervi tramite reti private virtuali (VPN).

Se Mosca ci va giù dura Kiev non scherza.

Dopo l’inizio dell’operazione militare russa in Ucraina Telegram è diventato il mezzo d’informazione principale per le notizie sul conflitto ed i temi trattati dai canali Telegram si stanno ampliando divenendo leader per la diffusione di notizie tra la popolazione.

Le autorità ucraine tuttavia più volte hanno affermato di“sospettare” che dietro la diffusione di Telegram in Ucraina ci sia la “mano del Cremlino”. Infatti Pavel Durov,il fondatore dell’app di messaggistica, come sopraccennato,  è infatti russo di nascita.

Kiev ha quindi stilato un elenco di canali Telegram “potenzialmente pericolosi” ed ha consegnato questa lista ai rappresentanti di Telegram. La lista comprende oltre 300 canali.

Secondo l’intelligence ucraino (SBU) i server di Telegram si troverebbero in Russia e questo sarebbe un problema per la sicurezza nazionale.Oleksandr Melnichenko,rappresentante del dipartimento del controspionaggio ucraino lo ha dichiarato apertamente.

Invece  i server di Telegram si troverebbero negli USA, Paesi Bassi e Singapore.Telegram, come ha scritto la compagnia su X, chiarendo che i server dell’app sono dislocati in varie parti del mondo in base alla localizzazione degli utenti;Londra per gli utenti europei, Singapore per gli utenti asiatici, San Francisco per gli utenti americani.

Nel frattempo in Ucraina è stata lanciata una campagna per introdurre una sorta di censura sui canali Telegram, colpevoli di non essere soggette alla vigente censura di Stato.

Molti russi e ucraini considerano importante Telegram perché offre la possibilità di avere informazioni sulla conduzione della guerra senza la revisione degli Stati Maggioriascoltando  direttamente la “voce” dalla prima linea.

Va anche detto che numerosi media dei due Paesi utilizzano questi canali per avere, più o meno velatamente, notizie di prima mano, ma è evidente che la comunicazione sul conflitto vine faziosamente i distorta non esclusi i media mainstream occidentali.

La Guerra è guerra e la verità non giova a chi la conduce e a chi la sostiene.

GiElle

aggiornamento la crisi russo-ucraina ore 14.33

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