Una delle più antiche e grandi comunità cristiane del Medio Oriente si trova ad affrontare nuove minacce in un ciclo di violenza che ha costretto milioni di cristiani a fuggire dalla regione negli ultimi cinquant’anni.
Sebbene la maggior parte delle circa mille persone uccise nei recenti scontri sulla costa siriana fossero alawiti (membri di una minoranza religiosa siriana che segue una branca dell’Islam sciita), i gruppi per i diritti umani affermano che tra le vittime uccise nella repressione delle fazioni sunnite del nuovo governo siriano ci siano anche dei cristiani.
“Stiamo entrando in una nuova fase pericolosa”, ha detto a Newsweek il vice leader cristiano dell’Assyrian Democratic Organization (ADO) Bashir al-Saadi, mettendo in guardia da una spinta crescente verso un governo islamico intransigente con repressioni sulla vendita di alcolici e sui comportamenti femminili.
Le principali chiese siriane, tra cui le comunità greco-ortodossa, siro-ortodossa e greco-melchita-cattolica, sono preoccupate per le recenti violenze. Sebbene i cristiani non siano stati il bersaglio principale, restano vulnerabili, con segnalazioni di messaggi jihadisti nei quartieri cristiani e la distruzione d alcuni simboli di fede..
Secondo i dati del 2024 dell’International Christian Concern (ICC), un’organizzazione di sensibilizzazione sulla persecuzione dei cristiani in tutto il mondo, la popolazione cristiana sia in Iraq che in Siria è diminuita di circa il 75-85% negli ultimi due decenni, mentre la comunità cristiana palestinese è sempre più minacciata, con i cristiani di Gaza che rischiano quasi la scomparsa nel conflitto tra Israele e Hamas.
Il presidente ad interim , lo jiadista Ahmad al-Sharaa, inizialmente aveva incontrato inizio i leader della chiesa crietiana con una dimostrazione di tolleranza verso le altre religioni. La sua fazione, l’HTS, aveva anche condannato l’incendio di un albero di Natale ad Hama, nella Siria centrale.
In un messaggio di auguri per il nuovo anno, Al-Shara’a ha affermato che i cristiani sono “una parte essenziale del tessuto della società siriana. Il legame tra il popolo siriano, con le sue varie componenti, riflette la forza della nostra unità e diversità”.
Ma molti cristiani sono preoccupati per quella che vedono come una crescente influenza islamista e un sacerdote siro-ortodosso, ha riferito che al-Sharaa “è ambiguo, non possiamo discernere le sue vere intenzioni”, secondo quanto riportato dalla Catholic News Agency a gennaio.
Il vice funzionario dell’Organizzazione democratica assira (ADO) Bashir al-Saadi ha detto a Newsweek che “c’è il timore di omicidi basati sull’identità, non solo per i cristiani ma anche per altre minoranze religiose, perché al-Sharaa ignora i loro diritti. La retorica di dichiarare gli altri infedeli, l’emarginazione e la violenza continuano. Nessun cristiano siriano è tornato nel paese dalla caduta di Assad. I cristiani affrontano continue provocazioni e c’è un diffuso senso di insicurezza”.
Secondo Mina Thabet, difensore dei diritti umani ed esperta di questioni relative alle minoranze, ha dichiarato a Newsweek che “mentre i gruppi estremisti islamici continuano a crescere, l’esodo cristiano, che ha subito un’accelerazione dalla Primavera araba, si intensifica.
La mancanza di governance democratica, di spazi politici e civici in gran parte del Medio Oriente mette ulteriormente in pericolo le comunità cristiane che già faticano a trovare spazi in cui esprimere le proprie preoccupazioni.
L’assenza di spazi politici e civici liberi e aperti mette a rischio la maggior parte degli sforzi per combattere le ideologie estremiste, limitando gli interventi a puri approcci di sicurezza che nella maggior parte dei casi non riescono ad affrontare le cause profonde dei problemi”.
Una situazione che dopo lr crescenti tensioni e l’ascesa degli islamisti in Siria, aumentano il rischio di un aumento delle partenze dei cristiani dal Paese, come già accaduto in altre parti del Medio Oriente, come Egitto, Iraq, Libano e territori palestinesi.
GiElle