Politica

Tajani alza la voce: “Se qualcuno vuole una linea diversa si candidi al posto io alla Presidenza di Forza Italia”

 

 

Tajani esclude categoricamente di essersi uniformato alle posizioni politiche di Fratelli d’Italia e Giorgia Meloni, ma l’apparenza, almeno nelle ultime sue prese di posizione,  sembrerebbe dimostrare esattamente l’esatto contrario ed allora, sotto l’incalzare di un sotterraneo fronte interno arriva, puntuale, la smentita. Nessun appiattimento sulle posizioni di Giorgia Meloni ma allo stesso tempo “perchè dovrei fare la guerriglia al mio governo?”. Ma se in Forza Italia qualcuno vuole una linea diversa, “si candidi al posto mio presidenza del partito. Confrontiamoci, mettiamoci alla prova”. Antonio Tajani, in una intervista a Repubblica, rivendica la linea assunta da Forza Italia e lancia la sfida a chi nel partito non vi si riconosce, in vista del Consiglio Nazionale di sabato 15 luglio che dovrebbe eleggerlo nuovo presidente di Forza Italia. Respingendo anche le voci di una famiglia Berlusconi ormai lontana dal partito: “Balle. Io con Marina parlo ogni giorno, tanto per essere chiari. E anche con suo fratello. C’è un dialogo costante con Gianni Letta e Confalonieri”. A chi parla di flessioni nei sondaggi, dopo l’effetto della morte di Berlusconi, il ministro degli Esteri replica secco: “Balle. Contano i numeri reali: in Molise abbiamo avuto il 12, il doppio del Carroccio”. E ricorda le specificità del partito rispetto alla linea dell’esecutivo: “Sulle contestazioni alla Bce sono stato io ad uscire allo scoperto per primo, Meloni e Salvini mi hanno seguito. E poi l’autonomia differenziata, con la nostra linea di prudenza, e la presa di distanza dalle alleanze con con Afd e Le Pen in Europa ipotizzate da Salvini. Io coi nazisti e con la destra estrema non mi alleerò mai”. Insomma, “non credo di poter essere accusato di appiattimento sui sovranisti”.

E sintetizza: “Io sto seguendo la linea di Silvio Berlusconi, e sono terzo dopo Draghi e Meloni nelle classifiche di gradimento dei leader. Ci sarà un motivo…”. Tajani quindi stila la road map dei prossimi appuntamenti dopo il COnsiglio Nazionale, cui “non ci saranno nè Meloni nè Salvini, ma il leader del Ppe Weber, perchè Fi è parte fondamentale della famiglia popolare europea. Chiuso il Consiglio, apro il partito, con i congressi locali, e in primavera, prima delle Europee, terremo il congresso nazionale”. Sapendo che al voto di maggio 2024 “la soglia del 4% non è un rischio”. Tajani descrive un partito in salute, non in fuga ad esempio verso Renzi: “Forse è lui che dovrebbe stare attento alle fughe dalle sue fila. I fatti sono altri: è arrivata Chinnici dal Pd, altri stanno per farlo da alrti partiti. E un nome farà davvero clamore”.

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