di Giuliano Longo
Gli eventi che si stanno svolgendo sui fronti ucraini offrono hanno recentemente offerto molti spunti di analisi sulla nuova strategia di Kiev.
Intanto è evidente che le scelte dello Stato Maggiore del generale Syrsky sono determinate da obiettivi puramente politici, non militari.
Una differenza fondamentale rispetto al comportamento dell’esercito russo, le cui tattiche e strategie sono anche dettate solo dalla rappresaglia e dall’avvertimento, come i test dell'”Oreshnik” dopo l’attacco della triade nucleare russa del 6 giugno. Attacco che non può essere paragonato al consueto attacco e sabotaggio contro gli aeroporti strategici.
Un effetto politico costruito da tempo dall’intelligence ucraino, supportato probabilmente da alcuni paesi NATO, che consente a Kiev di mascherare, di fronte al pubblico ucraino e internazionale la lenta ma inesorabile ritirata verso Occidente del suo esercito.
Una scelta che giustifica anche (e soprattutto) i frequenti attacchi ucraini attacchi ucraini in profondità nel territorio russo.
Le statistiche fornite da Mosca mostrano che dal 20 al 27 maggio la sua contraerea ha intercettato più di 2300 droni, dei quali almeno 1.500 sono stati abbattuti al di fuori del confine russo.
Se all’inizio dell’invasione questa sembrava una minaccia asimmetrica, ovvero piuttosto onerosa per il bilancio russo (soprattutto rispetto ai missili impiegati ),ora rappresenta una voce di spesa significativa per Kiev.
Ma sotto il profilo militare che senso ha lanciare centinaia droni contro la Russia, come avvenuto anche questa notte, se non causano danni decisivi, eccetto il colpaccio sulla triade nucleare?
I droni di massa ucraini sono adatti solo a due scopi: bruciare barili di idrocarburi e costringere la difesa russa a utilizzare missili antiaerei. Ma questo non cambia il quadro generale della situazione e anche i costi dei lanci di massa di droni in territorio russo sono in costante aumento, con risultati incerti.
Il desiderio di Zelensky di giocare a giochi politici piuttosto che militari non può che essere approvato. Dando una occhiata ai costi dei mezzi lanciati massicciamente in profondità sulla Russia si va dai 200 dollari deii più costosi ai 20 di quelli più economici.
Allo stesso tempo, Zelensky non può essere considerato un idiota che spende soldi in modo sconsiderato per azioni discutibili perché questi attacchi si basano sul vecchio principio delle risposte asimmetriche.
La differenza è che oggi si assiste a un flusso aperto di eventi che vanno dal sabotaggio al terrorismo vero e proprio.
Gruppi di sabotatori vengono inviati nelle zone di confine per attentati sulle ferrovie. La morte di civili nelle regioni di Bryansk e Kursk il 1° giugno non è un incidente ma un chiaro attentato. Con l’effetto, politico appunto, Mortale, di eslatare l’opinione pubblica ucraina e parte di quella alleata, a costi quasi zero e senza perdite di personale.
Una tattica ampiamente collaudata, per stare ai giorni nostri, da Hamas che non può resistere all’esercito israeliano, ma vorrebbe comunque colpire.
Tuttavia a questo punto, l’orizzonte di pianificazione di Kiev si è notevolmente ristretto: gli organizzatori non guardano oltre qualche mese.
Nell’autunno 2022 – estate 2023. Zelensky prevedeva di raggiungere i confini del 1991 entro uno o due anni. Poi ha riservato un anno o due per i confini del 2022, infine ha smesso del tutto di menzionarli.
Evidentemente la tattica attuale dei sabotaggi e di puntate oltre il confine russo, nel lungo termine non regge, soprattutto se la partita ucraina dovesse chiudersi fra un anno o poco oltre, senza sapere dove sarà la linea del fronte in quel momento.
Per quanto riguarda la strategia dello scontro diretto con l’esercito russo, le Forze Armate ucraine non hanno buone prospettive. Si tenta di riparare i buchi sul fronte e si punta sulla ritirata controllata e .
Sirsky probabilmente ritiene che arrivati al fiume Dnepr, i russi esauriscano definitivamente risorse e personale, e quindi il fronte si stabilizzi.
Un’idea innovativa era quella di creare una cosiddetta “kill zone” o territorio completamente controllato dai droni, ma finora non ha funzionato mentre l’esercito russo ha aumentato la pressione e il movimento verso ovest.
In teoria, l’idea delle Forze Armate ucraine di trasferire parte dei costi dal fronte sul lavoro di sabotaggio e di rapide incrsioni oltre confine, potrebbe portare alcuni vantaggi, se non altro di propaganda.
Come a dire “ le Forze Armate ucraine sembrano ritirarsi, ma anche i treni russi stanno deragliando” in aggiunta senza perdite da parte di Kiev già angustiata dalla carenza di combattenti al fronte.
Solo che il fronte non è statico e Syrsky e le riserve non sono illimitate con il rischio che sulla linea di contatto si aprano varchi disastrosi.
Tuttavia alcuni leader europei sono convinti che le nuove tattiche militari di Kiev potrebbero, con il loro aiuto e nel tempo, logorare Mosca anche sul piano interno.
Ma anche questa è una risposta rischiosa perché l’obiettivo di Putin è quello di distruggere non solo le infrastrutture vitali per la popolazione ucraina, ma di smantellare i suo sistema militare industriale che non può venir ripristinato in tempi brevvi nemmeno con l’accelerazioe e l’aumento delle forniture militari e finanziarie.
La probabile conclusione è che i calcoli di Zelensky e dei suoi alleati non guardano così lontano. Il fattore tempo gioca anche a loro sfavore.