La guerra di Putin

Usa e Ue stanno esaurendo le scorte di munizionamento per l’Ucraina 

di Giuliano Longo

 

Le scorte di armamenti di 20 dei 30 membri della Nato sono “piuttosto esaurite”, ha detto il funzionario Nato che ha voluto mantenere l’anonimato. Ma i restanti 10 Paesi possono ancora fornire di più, soprattutto gli alleati più grandi, ha aggiunto, citando tra questi l’Italia, la Francia, la Germania e l’Olanda.

Lostesso segretario generale della Nato Jens Stoltenbergha tenuto una riunione speciale dei direttori degli uffici armamenti dell’Alleanza per discutere le modalità di riempimento dei magazzini di armi dei Paesi membri.

Anche negli Stati Uniti la situazione non è diversa: Dave Des Roches, professore e membro militare senior presso la National Defense University si è detto “molto preoccupato” per il rapido esaurimento delle scorte, a meno che non cominci “una nuova produzione, che richiede mesi per andare a regime”, quindi è possibile che in breve tempo non ci sarà più la capacità di rifornire gli ucraini.

L’industria degli armamenti Usa è in grado di produrre all’anno normalmente 30mila proiettili di artiglieria per obici da 155 millimetri che l’esercito ucraino impiega in due settimane.

L’attuale capacità industriale bellica delle nazioni occidentali non quindi è sufficiente per garantire il regolare afflusso di munizionamento per sostenere un conflitto d’attrito, o ad alta intensità.

La fine della Guerra Fredda ha fatto crollare la produzione di armi e munizioni, alcune linee di produzione sono state chiuse e per ricominciare sarebbe necessaria manodopera di esperienza altamente qualificate,  che da anni scarseggiano nel settore manifatturiero statunitense.

 

Occorre quindi reinvestire nella base industriale del settore degli armamenti, come affermato dallo stesso Stoltenberg, ma si tratta di un processo lungo e difficoltoso, pertanto il regolare afflusso di armamenti all’Ucraina potrebbe essere messo a rischio qualora il conflitto dovesse protrarsi per anni.

A fronte dell’esaurimento delle scorte e della necessità di non privarsi di armamenti utilizzati dalle proprie forze armate – il Pentagono ha detto un secco “no” alla possibilità di privare l’esercito Usa di quelle armi che servono alle operazioni statunitensi, che renderà difficile  mantenere la promessa fatta a Kiev di sostentamento dell’esercito ucraino“per tutto il tempo necessario”a sconfiggere la Russia per un conflitto che potrebbe durare anche tre anni.

Gli Stati Uniti sono stati il più grande fornitore di aiuti militari all’Ucraina – se escludiamo quelli abbandonati dai russi e incamerati dall’esercito ucraino – , molte delle armi di fabbricazione americana sono state decisive per gli ucraini: in particolare gli obici da 155 millimetri, gli Himars, gli Atgm (Anti Tank Ground Missile) Javelin e i missili antiradiazioni Agm-88 Harm.

Per fare un esempio Parlando di Atgm, ad esempio, missili Javelin della Lockheed-Martin, la produzione è di 2100 pezzi l’anno mentre l’Ucraina ha afferma di utilizzarne 500 al giorno.

Basterebbero  quindi un paio di settimane per esaurire le scorte ucraine, e la produzione statunitense non basterebbe a rimpiazzarli. Anche gli obici M-777 sono diventati merce rara perché il Pentagono ha bisogno di mantenere scorte per sostenere i propri piani di guerra nella possibilità di un conflitto con la Cina per Taiwan o per il Mar Cinese Meridionale, oppure per un’improvvisa escalation per la Corea del Nord o anche nella stessa Europa.

Al momento, l’unica soluzione è di attingere ai depositi di armamenti più obsoleti, che dopo essere adeguatamente messi in condizione di poter operare, verrebbero inviati in Ucraina, ma questo azzererebbe il vantaggio tecnologico rispetto alle forze armate russe se non venissero forniti, ad esempio, i modernissimi carriarmati Abrams americani.  .

La produzione industriale statunitense ed europea dovrebbe  convertirsi a un regime “di guerra” come già sta accadendo in Russia dove la mobilitazione statale dell’industria bellica è già in corso.

Ma tocca anche trovare i soldi, e tanti,  per investimenti miliardari che superano la richiesta Nato del 2% di PIL dei vari membri per adeguarli, almeno inizialmente (e lo sottolineiamo) per adeguare il loro impegno a quello di Washington, come non influiranno i 100 miliardi del riarmo tedesco che verranno utilizzati per il rafforzamento della Germania e non per l’Ucraina.

aggiornamento la Guerra di Putin ore 14.12

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