Esteri

Yemen, situazione terribile, milioni a rischio carestia. Oxfam: “Cibo in esaurimento”

La situazione nello Yemen è gravissima, la tregua, che sembra continuare, dopo i primi 4 mesi che però sono scaduti s, è condizione essenziale per riuscire a intervenire e alleviare le sofferenze dovute a condizioni di vita sempre più drammatiche. Oxfam, per voce del suo policy advisor per la sicurezza alimentare, Francesco Petrelli, denuncia come nel Paese “le scorte di cibo rischiano di esaurirsi nel giro di pochi mesi, a causa dell’aumento fuori controllo dei prezzi dei beni alimentari e del costo delle importazioni che coprono il 90% del fabbisogno del Paese.” Sono 7 milioni e mezzo le persone a rischio carestia, due milioni quelle a rischio malnutrizione grave. In totale però in 19 milioni, su 30 milioni complessivi di abitanti, in cui vanno inclusi 6/7 milioni di rifugiati interni, stanno già rimanendo senza cibo. In questo contesto, per mancanza di risorse, il World Food Program, ha tagliato gli aiuti alimentari a 5 milioni di persone, che adesso devono sopravvivere con metà del cibo necessario a soddisfare il fabbisogno giornaliero minino di calorie, mentre altri 8 milioni andranno avanti con appena un quarto. La tregua tra le parti in conflitto, che va avanti ormai da sette anni e mezzo, ha dato un po’ di sollievo alla popolazione, consentendo agli aiuti, spiega Petrelli, “di riuscire ad arrivare in maniera efficace soprattutto verso le popolazioni più fragili. Ora il problema è che però si stanno esaurendo le scorte e anche le disponibilità economiche. Se da una parte lo sblocco dei porti dall’Ucraina è importante, tuttavia la situazione rischia di precipitare nelle prossime settimane, la comunità internazionale deve quindi responsabilizzarsi”. Da marzo, i prezzi di alimenti di base come grano, farina, olio da cucina, uova e zucchero sono saliti in media del 30%, inoltre, prosegue Petrelli, “i tempi dell’arrivo e della distribuzione, anche con lo sblocco dei porti, sono troppo lunghi. È necessario che la comunità internazionale, così come denunciato dallo stesso Wfp, acquisti le forniture alimentari necessarie a garantire le persone più fragili e più in pericolo”. Petrelli sottolinea poi quella che definisce una distrazioneda parte della comunità internazionale: “Dei 4 miliardi e 200 milioni di dollari promessi per far fronte a questa situazione di emergenza, per ora ne sono stati erogati solo il 20%. Quindi, c’è bisogno di un intervento rapido efficace che sia sostenuto e realizzato prima di tutto dalle agenzie delle Nazioni Unite, come Wfp e Fao. Questa è una delle massime priorità, ripeto lo sblocco dei porti dell’Ucraina non basta”.  Oxfam, dunque, indica due elementi chiave da attuare per affrontare la situazione: la piena attuazione dello sblocco dell’export di grano e cereali dall’Ucraina nel più breve tempo possibile e l’aumento immediato, da parte della comunità internazionale, degli aiuti, da cui dipende l’80% della popolazione, e che attualmente sono fermi al 27% di quanto richiesto dalle Nazioni Unite. È dunque cruciale che la comunità internazionale intervenga, pagando direttamente le importazioni di grano e cereali e alleggerendo il peso del debito estero del Paese.

 

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