Il capo delle operazioni umanitarie delle Nazioni Unite, Tom Fletcher, ha definito “una sfida immensa” il compito di garantire l’arrivo degli aiuti d’emergenza nella Striscia di Gaza, devastata da due anni di guerra. In visita a Gaza city, Fletcher ha raccontato di aver trovato un “paesaggio di macerie”. “Ero qui sette o otto mesi fa – ha detto all’Afp – e molti di questi edifici erano ancora in piedi. Ora è assolutamente terribile vedere un’intera parte della città ridotta a un terreno vuota”. L’alto funzionario dell’Ocha ha annunciato un piano di 60 giorni per “intensificare la distribuzione alimentare, fornire un milione di pasti al giorno, ricostruire il sistema sanitario e riportare centinaia di migliaia di bambini a scuola”. Poi l’emergenza sanitaria. Nella Striscia i pazienti con diabete di tipo 1 – compresi i bambini – rischiano la vita ogni giorno a causa dell’impossibilità di reperire l’insulina e della mancanza di zucchero (il prezzo è schizzato alle stelle). La testimonianza di Medici Senza Frontiere: “L’unico modo per salvare le persone con diabete a Gaza è far entrare l’insulina da fuori. Serve che cessi urgentemente il blocco degli aiuti”. E quella di un giovane medico palestinese: “A Gaza i diabetici soffrono in silenzio, oscurati da crisi più gravi”
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