Esteri

La Russia, prima al mondo, legalizza  le relazioni con  l’Afghanistan

La Russia è  il primo Paese al mondo a riconoscere ufficialmente l’Emirato Islamico dell’Afghanistan proclamato dal movimento talebano dopo il suo ritorno al potere a Kabul nel 2021.

La decisione è arrivata diversi mesi dopo l’iniziativa della Corte Suprema russa di rimuovere il gruppo radicale dalla lista delle organizzazioni terroristiche.

Con questo riconoscimento, Mosca considera Kabul un “alleato obiettivo” nella lotta contro la jihad globale, mentre i progetti economici rimangono in secondo piano nell’agenda bilaterale, ma è ormai noto che la Cina sta investendo miliardi soprattutto sulle risorse minerarie del Paese.

Il primo Emirato Islamico dell’Afghanistan, proclamato nel 1996 e cessato di esistere nel 2001, era riconosciuto solo da Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Pakistan. Dopo la decisione della Corte Suprema russa del 17 aprile, il 1° luglio a Mosca  è arrivato il primo ambasciatore talebano, Gul Hasan .

“Ora che il processo di riconoscimento è stato avviato, la Russia è in vantaggio su tutti”, ha dichiarato il Ministro degli Esteri afghano Amir Khan Mottaki aggiungendo che “questa decisione coraggiosa sarà un esempio per gli altri”.

La stampa russa valorizza il fatto  che l’Afghanistan svolge un ruolo importante per l’interesse di Mosca nella lotta lotta contro la branca dello Stato islamico IS –  il gruppo Vilayat Khorasan –  che ha rivendicato la responsabilità del sanguinoso attacco terroristico al municipio di Crocus nel marzo 2024.

“Loro (i talebani.) sono i nostri alleati oggettivi, che dobbiamo sostenere e armare in ogni senso della parola”, ha dichiarato il 1° luglio Zamir Kabulov, consigliere del capo del Ministero degli Esteri russo e rappresentante speciale di Putin in Afghanistan.

I pericoli del rinascente Jiadismo armato dell’Isis afgana era stato già segnalato alle Nazioni Unite nel rapporto di giugno del Segretario  Antonio Guterres che in Afghanistan segnalava 2.299 incidenti “legati alla sicurezza” la cui responsabilità veniva fatta prevalentemente risalire  ai terroristi dell’Is-KP.

Lo Stato Islamico ha annunciato formalmente la creazione della sua provincia di “Khorasan” nel gennaio 2015. La regione   comprende parti di Afghanistan, Pakistan, Turkmenistan, Tagikistan, Uzbekistan, Iran e Bangladesh. dove ha condotto operazioni.

Nel marzo 2019, che ha incluso un passaggio strategico verso la guerriglia urbana e il consolidamento delle sue operazioni per concentrarsi sull’Afghanistan e su parti del Pakistan nord-occidentale.

L’IS-KP si è concentrato sempre di più sul indebolimento del regime talebano, con recenti attacchi contro gli “alleati” talebani (tra cui Russia, Pakistan e Cina) e organizzazioni occidentali (tra cui le Nazioni Unite

Per Omar Nessar, ricercatore senior presso l’Istituto di studi orientali dell’Accademia russa delle scienz “L’attacco terroristico al municipio di Crocus City, vicino a Mosca, rivendicato dall’IS-KP  è diventato un fattore inaspettato che ha accelerato la normalizzazione dei rapporti tra le parti” aggiungendo che “le autorità afghane hanno condannato l’attacco, definendo per la prima volta un atto terroristico”.

Per la Russia, questa iniziativa è di interesse strategico nel contesto della pressione sanzionatoria e della ristrutturazione delle relazioni economiche internazionali, soprattutto alla luce dei cambiamenti in Medio Oriente e nel Caucaso meridionale. “Questi cambiamenti rendono i corridoi dell’Asia centrale una priorità”, ha spiegato Nessar.

Attualmente  Mosca non è un partner importante per Kabul e non è nemmeno  tra i primi dieci maggiori partner commerciali dell’Afghanistan, mentre primeggiano Cina, Iran, Pakistan, Giappone e Paesi dell’Asia centrale.

Tuttavia la mossa ha  anche l’obiettivo geopolitico di difendere la propria influenza nelle ex repubbliche sovietiche dell’Asia Centrale minacciate da protagonismo Turco e dalla Crescente penetrazione economica e politica della UE, ma sotratutto degli Stati Uniti.

Il probabile riconoscimento della Cina che confina con l’Afghanistan con uno stretto corridoio di qualche decina di chilometri aggiungerebbe un nuovo tassello negli equilibri geopolitici dell’Asia.

GiElle

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